Torino, l’altro G7 del lavoro si chiama «Proxima», la festa del 99%
Movimenti Dal 26 al 28 settembre i ministri del lavoro si incontrano alla Reggia di Venaria
Movimenti Dal 26 al 28 settembre i ministri del lavoro si incontrano alla Reggia di Venaria
Dal 25 al 30 settembre Torino ospiterà il G7 del lavoro, della scienza e dell’industria, ospitando i ministri dei sette paesi più industrializzati del mondo. Grande evento politico che sta catalizzando l’attenzione dei media soprattutto sul piano emotivo legato alla «sicurezza». Per ovviare a eventuali tensioni il vertice non avrà più incontri in città, ma si terrà prettamente presso la Reggia Venaria, splendido complesso sabaudo e polo d’attrazione turistica di fama mondiale.
Se i ministri hanno deciso, o chi per loro, di rinchiudersi dentro la Versailles italiana, in città diverse manifestazioni di dissenso si alterneranno. Un corteo partirà dalla periferia della città e si avvicinerà alla sede principale degli incontri. In questi giorni, alcune performance teatrali sopra le righe hanno gettato nel panico gli organizzatori che – per motivi di sicurezza – hanno cancellato gli incontri che si dovevano tenere al Lingotto e al Politcnico.
Sinistra Italiana e Possibile hanno invece deciso, ben prima che le intemperanze degli ultimi giorni catalizzassero l’attenzione mediatica, di aprire un pezzo della città da tempo abbandonato, e portarvi dentro cinque giorni di approfondimento e confronto sui temi che il G7 ufficiale impone alla città.
Tale programma prende il nome di «Proxima, il Festival del 99%», si svolgerà dal 26 settembre al primo ottobre, presso i Murazzi del Po, che così verranno riaperti dopo molto tempo. Un luogo che negli anni Novanta vide gli albori della Torino post-industriale, che si connotava per un forte interclassismo. Se il vertice dei ministri sarà barricato e difeso da ingenti forze, Proxima sarà un incontro popolare di primo piano, aperto alla partecipazione della cittadinanza e non solo.
Cinque giorni di confronto, convivialità, musica e cultura, per un politica al servizio della maggioranza della popolazione che in questi decenni ha visto peggiorare le proprie condizioni e i propri diritti sempre meno garantiti. Un luogo ove ragionare per trovare una via a sinistra che porti ad un politica al servizio di molti, con strategie e idee su come non subire passivamente le trasformazioni in corso. Perché, come dicono gli organizzatori: «Non è scritto da nessuna parte che le innovazioni tecnologiche, l’ industria 4.0 e rivoluzione digitale debbano condurre a una società sempre più diseguale».
Se il G7 del lavoro precario, perché la ricetta che verrà propagandata sarà sempre la solita, si deve tenere nella città simbolo della de-industrializzazione, Proxima si pone una filosofia della prassi opposta all’imperativo categorico del dogma neo liberale.
Si incomincia martedì 26 settembre con la presentazione del libro «Industria 4.0. Uomini e macchine nella fabbrica digitale» saranno presenti le curatrici Annalisa Magome e Tatiana Mazali con Antonio Sansone e Federico Bellone. Tra i molti si segnalano alcuni incontri di particolare importanza: sempre martedì, ore 20.30 «Piano del lavoro, l’eredità di Luciano Gallino» con Giorgio Airaudo, Pietro Garibaldi, Susanna Camusso. Mercoledì 27 Rocco e Albanese e Francesca Paruzzo alle ore 17 terranno un incontro dal titolo «I diritti messi alla prova». Giovedì 28 settembre, ore 20:30: “99%. Per tanti, non per pochi», con Nicola Fratoianni, Yanis Varoufakis, Maurizio Landini, Lorenzo Marsili.
Marco Grimaldi, segretario regionale di Sinsitra Italiana, è colui che ha fortemente ha voluto questa settimana di lavori: «Loro, i sette grandi, saranno fuori, chiusi nella Reggia di Veneria. Noi, che vogliamo invece una politica al servizio di quella massa che in questi decenni ha visto diminuire reddito, possibilità e diritti, staremo sulla strada a riaccendere le luci della nostra città. Vogliamo mettere i riflettori addosso ai generatori della crisi. Chi ha nascosto il bottino nelle isole del tesoro, fatto profitti sulle spalle dei lavoratori, tolto il futuro alla nuove generazioni».
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