Visioni

Ti West, «la narrazione su Hollywood intercetta sogni e insicurezze»

Ti West, «la narrazione su Hollywood intercetta sogni e insicurezze»Ti West sul set di «MaXXXine»

Cinema Intervista al regista statunitense, da oggi nelle sale «MaXXXine», ultimo capitolo della trilogia con Mia Goth

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 28 agosto 2024

«Hollywood è tossica. È uno dei posti più glamour e allo stesso tempo più oscuri e squallidi del mondo». Parla così Ti West del luogo agognato dalla sua «eroina» Maxine Minx, pornoattrice in cerca di successo, interpretata da Mia Goth nella trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story a cui è seguito Pearl (quest’ultimo presentato a Venezia nel 2022). Oggi esce nelle sale l’ultimo capitolo, MaXXXine appunto. Incontriamo il regista a Roma, dove è venuto per promuovere l’uscita del suo slasher horror ambientato nel 1985. Ti West è nato nell’80 nel Delaware, è un regista cinefilo che cura anche la sceneggiatura e il montaggio dei suoi lavori.

Chi sono davvero i cattivi? Nel film i valori possono portare a condanne violente mentre quelli che sembrano i cattivi, i trasgressivi, non sono poi così malvagi.

Mia Goth in “MaXXXine”

La protagonista del primo film è una persona che ha degli obiettivi molto superficiali, sesso droga rock n’ roll e celebrità, che sulla carta non rappresentano i valori dei cittadini modello. Mi sono detto: il film non giudicherà questo personaggio, la gente se vuole può farlo, ma intanto costruiamolo e facciamolo vivere, fino allo svolgimento in cui diventa, in qualche modo, il contrario di ciò che era all’inizio.

I personaggi delle sex workers al cinema sono spesso ambivalenti: sono forti, indipendenti ma conservano una fragilità nel desiderare una vita migliore.

Credo che tutti possano identificarsi nell’avere una vita e desiderarne un’altra. Maxine vede nello stile di vita dei rich & famous quello che lei merita e che la renderebbe felice, ed è pronta a fare qualsiasi cosa per ottenerlo.

Il ruolo del porno è cambiato moltissimo in relazione al fatto che è sempre a portata di mano. Ha riflettuto in maniera specifica sullo sviluppo di questa industria?

È stato un tema fondamentale per il primo film della trilogia, X. Lì per i protagonisti, provenienti da un piccolo paese del Texas senza alcuna relazione con Hollywood e gli studios, è ancora possibile decidere di girare un porno in maniera indipendente, il quale verrà magari distribuito in un circuito cinematografico. Era insomma un modo per le persone che non facevano parte dell’industria per entrare nel giro. Vediamo poi come per filmare qualcosa di erotico si passa per tutta una serie di circostanze ridicole che non hanno niente di sexy, e secondo me rende bene l’idea di come i film vengono realizzati.

Hollywood continua ad essere una fonte di ispirazione fortissima per cinema e letteratura. Lo è per la sua decadenza o perché continua ad avere un forte potere nell’immaginario?

È sicuramente un luogo fuori dall’ordinario dove in teoria puoi andare ed essere «scoperto». Magari vai a prendere un caffè e qualcuno ti propone un film che cambierà la tua vita. In realtà tutto questo non succede abitualmente, ma il fatto che almeno una volta sia accaduto diventa parte della narrazione: le persone ci vanno pensando di poter finalmente essere viste. E questo naturalmente intercetta i loro sogni e insicurezze.

Ha lavorato molto per far sì che il film sembrasse effettivamente realizzato nel 1985, come?

Per me la cosa importante era che il film non sembrasse un lavoro fatto nel 2024 a commento degli anni ’80. Volevo invece trasportare chi vede il film in una dimensione, e per farlo si tratta di abbinare elementi diversi, faccio un esempio: se sei nel 1985 non tutto ciò che ti circonda sarà datato metà anni ’80 ma al contrario i mobili, le macchine intorno, sono per lo più di qualche anno prima. Non ho voluto usare molta strumentazione moderna che all’epoca non c’era, vediamo tanti lavori con inquadrature che sarebbero state impossibili allora.

Cosa risponde ai critici che le dicono che, in virtù del suo talento, dovrebbe abbandonare l’horror e le sue limitazioni?

Non ho fatto solo film horror in passato, e sicuramente ciò che farò nel prossimo lavoro sarà diverso. Capisco il punto nel dire che i film di genere hanno delle limitazioni ma credo sia una questione di gusto. Tutti abbiamo film che amiamo ma che magari non sono buoni quanto altri. Io, ad esempio, adoro dei film che magari non sono al livello del Padrino. I film di genere possono essere assurdi da un punto di vista stilistico ma c’è qualcosa in loro che li rende affascinanti in modo unico.

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