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Tasse online: dati venduti a Google e Meta

googleIn this Monday, Nov. 5, 2018 file photo, a woman walks past the logo for Google at the China International Import Expo in Shanghai. Google has on Friday, June 11, 2021 promised to give U.K. regulators a role overseeing its plan to phase out existing ad-tracking technology from its Chrome browser as the tech giant seeks to resolve a competition investigation. The U.K. competition watchdog has been investigating Google's proposals to remove so-called third-party cookies over concerns they would undermine digital ad competition and entrench the company's market power. (AP Photo/Ng Han Guan, File)

Stati Uniti Un rapporto del Congresso ha rilevato che compagnie come H&R Block, TaxSlayer e TaxAct, che si occupano di preparare online le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti americani, per anni hanno […]

Pubblicato circa un anno faEdizione del 14 luglio 2023

Un rapporto del Congresso ha rilevato che compagnie come H&R Block, TaxSlayer e TaxAct, che si occupano di preparare online le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti americani, per anni hanno condiviso milioni di dati sensibili dei loro clienti con Meta e Google. Inclusi nomi, indirizzi, numeri di telefono, le pagine su cui gli utenti avevano cliccato, il loro reddito lordo, i rimborsi e dati finanziari vari.

L’indagine, durata sette mesi, è stata avviata a seguito di un articolo pubblicato dal portale di giornalismo investigativo Markup, che ha trovato i tracker di Meta, un codice che traccia l’attività dei visitatori sui siti web delle società di preparazione fiscale. Secondo il rapporto di 54 pagine pubblicato da un gruppo di senatori che include Elizabeth Warren e Bernie Sanders, TaxAct, H&R Block e Tax Slayer hanno utilizzato un codice informatico, noto come pixel, che inviava i dati a Meta e Google. H&R Block e TaxSlayer sono andate anche oltre, ed è stato rilevato un ancora più «ampio elenco di dati condivisi» attraverso il Meta Pixel, che comprende informazioni anche sulle persone a carico dell’utente.

Il Congresso ha inviato una lettera all’Internal Revenue Service (Irs), all’ispettore generale del Tesoro per l’amministrazione fiscale, alla Federal Trade Commission (Ftc) e al procuratore generale, chiedendo un’indagine completa e esortandoli a «perseguire qualsiasi società o individuo che abbia violato la legge».
Il portavoce di Meta ha minimizzato dichiarando che le informazioni raccolte venivano usate con l’unico scopo di indirizzare meglio gli annunci pubblicitari e addestrare i propri algoritmi di intelligenza artificiale, mentre i portavoce di TaxAct, TaxSlayer e Google non hanno risposto alle richieste di commento.

Mentre si aspettano le conseguenze della segnalazione del Congresso, la Federal Trade Commission ha aperto un’indagine su OpenAi, la compagnia creatrice di ChatGpt, per capire se ha violato le leggi sulla protezione dei consumatori. A dare la notizia è stato il Washington Post, pubblicando la richiesta di 20 pagine in cui la Ftc chiede un’indagine civile. Nel documento la Ftc afferma che l’indagine si concentrerà sulla possibilità che OpenAi abbia condotto «pratiche sleali o ingannevoli relativamente alla privacy e la sicurezza dei dati» e che abbia rischiato di danneggiare la «reputazione dei consumatori» a seguito della diffusione di informazioni false o gravemente imprecise.

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