Taglio dei parlamentari, il governo anticipa la riforma per parlare di costi
Il ministro Fraccaro annuncia due disegni di legge costituzionali di iniziativa parlamentare: deputati e senatori ridotti di un terzo "così risparmiamo 500 milioni". E arriva il referendum propositivo
Il ministro Fraccaro annuncia due disegni di legge costituzionali di iniziativa parlamentare: deputati e senatori ridotti di un terzo "così risparmiamo 500 milioni". E arriva il referendum propositivo
«Sono orgoglioso di annunciare che sono stati depositati in parlamento i disegni di legge costituzionale»; hanno la firma dei capigruppo di Lega e 5 Stelle così l’iniziativa parlamentare è salva. Ma a dare la notizia e a spiegare di che si tratta è il ministro grillino per i rapporti con il parlamento «e la democrazia diretta» Riccardo Fraccaro. Annuncio precipitoso, proprio ieri i capigruppo D’Uva e Molinari alla camera e Patuanelli e Romeo al senato hanno depositato i testi di due disegni di legge, non ancora stampati e pubblicati. Il primo prevede il taglio dei parlamentari, il secondo l’introduzione del referendum propositivo. Il fatto che siano stati depositati entrambi in entrambi i rami del parlamento significa che non è c’è ancora nulla di deciso sull’iter, che trattandosi di leggi costituzionali sarà comunque lungo e prevede il referendum confermativo. A meno che la maggioranza gialloverde non riuscirà a conquistare i voti che le mancano per raggiungere la soglia qualificata: non sono tantissimi (un’ottantina alla camera e una cinquantina al senato) ma quelli di Fratelli d’Italia da soli non bastano, servono Pd o Forza Italia. L’urgenza dell’annuncio si spiega però con un altro annuncio, quello di Di Maio secondo il quale con i «tagli agli sprechi» si possono trovare le risorse che mancano per le riforma previste nel contratto di governo – e in effetti è stato il vice presidente del Consiglio grillino a bruciare parlamento e ministro e dire in tv, martedì sera, che la legge per diminuire i deputati e senatori era pronta.
Fatale quindi che i 5 Stelle mettano soprattutto l’accento sui risparmi. « La riduzione dei parlamentari a 400 deputati e 200 senatori consentirà di snellire l’iter di approvazione delle leggi – scrive il ministro Fraccaro – e risparmiare 500 milioni di euro a legislatura». È su per giù lo stesso calcolo al quale era alla fine approdata la ex ministra Boschi, quando difendeva la sua riforma costituzionale nella scorsa legislatura. Finendo con l’essere contestata anche in questo dai grillini. Renzi era partito dalla cifra esagerata di un miliardo di risparmi, poi dimezzata di netto, ma anche in quel caso basata soprattutto sui tagli extra riforma. Allora il Pd voleva cancellare le indennità di 315 senatori (oggi se ne risparmierebbero 345, tra camera e senato) e messa alle strette Boschi aveva ridimensionato il risparmio in 170 milioni l’anno, calcolando anche i costi funzionali. La ragioneria dello stato si era tenuta assai più bassa, non arrivando a 50 milioni di risparmi stimati, ed era quella la cifra alla quale si attennero sempre i 5 Stelle. Adesso raddoppiano: 100 milioni l’anno.
Il secondo disegno di legge formalmente depositato ieri, ma in realtà anticipato da un testo presentato in apertura di legislatura proprio da Fraccaro ancora deputato semplice, prevede l’introduzione del referendum propositivo. Su questo punto martedì in un seminario a porte chiuse con i giuristi di Astrid il ministro ha dovuto registrare qualche resistenza. «Gli italiani – ha scritto ieri – potranno approvare direttamente le leggi che ritengono prioritarie». Naturalmente i quesiti – che potrebbero essere anche automatici in caso di mancata approvazione delle leggi di iniziativa popolare, com’è previsto in qualche statuto regionale – sarebbero sottoposti a limiti, com’è già per i referendum abrogativi.
Referendum abrogativi ai quali si dedicherà, riducendo il quorum, un altro ddl costituzionale, nel lodevole sforzo di tenere separati gli argomenti in modo da evitare referendum disorganici (lo era l’ultimo). Sono annunciati anche un testo per introdurre la possibilità di ricorrere alla Consulta contro le decisioni in materia elettorale e un ultimo ddl per abolire il Cnel, o forse solo per toglierlo dalla Costituzione.
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