È un anno questo in cui, più del solito, gli occhi del Vecchio mondo sono puntati sugli States, su presidenziali e loro candidati con corredo di colpi di scena, attentati e ritirate strategiche, su quanto il nuovo o la nuova leader potranno fare e non fare, su come il loro operato si riverbererà nel provato scenario geopolitico globale, Medioriente in primis. Mentre porzioni di mondo vanno a male, si sbrindellano comunità insieme alle case e si polverizza il futuro di una generazione in nome della definizione del confine caro alla retorica trumpiana, una mostra a Barcellona riaccende i riflettori sull’organizzazione...