Internazionale

«Subito chiarire la natura delle notizie raccolte»

Datagate Parla Roberto Gualteri, europarlamentare Pd: no al cinismo giustificativo, in casi del genere una ritorsione all'altezza sarebbe giustificata

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 2 luglio 2013

«Se confermate, queste rivelazioni sarebbero molto gravi. E espongono a una reazione dura da parte delle istituzioni europee. So che il segretario generale del servizio relazioni esterne dell’Unione europea ha convocato l’ambasciatore americano presso l’Ue Kennard. È un primo atto doveroso. Qui a Strasburgo, dove sono in questo momento, c’è una giusta irritazione per un comportamento che contraddice i tradizionali legami di alleanza e amicizia fra Ue e Usa». Roberto Gualtieri, storico ed eurodeputato del Pd, commenta così la notizia, ancora senza spiegazioni ufficiali di parte statunitense, dello spionaggio a cui sarebbero state sottoposte alcune ambasciate europee da parte dei servizi di intelligence Usa.

Dal presidente francese Hollande a molti politici tedeschi, fino al presidente dell’europarlamento Schulz, sono molti gli esponenti europei che arrivano a mettere in dubbio il trattato commerciale Usa-Ue, quello che meno di un mese fa il presidente Obama ha celebrato ricordando che pesa come «la metà delle economie mondiali». È una reazione eccessiva?

La reazione dura è legittima. Il punto poi starà in come gli Stati uniti intendono a loro volta reagire a queste rivelazioni, se saranno confermate. E nel caso, in che misura vi saranno espliciti e chiari segni di un drastico cambiamento di atteggiamento da parte del governo Usa. Sarebbe ovviamente incomprensibile l’atteggiamento che abbiamo letto in qualche dichiarazione non ufficiale3 di qualche ex esponente dei servizi statunitensi, del tipo ’funziona così’, ’così fan tutti’. È irricevibile. Il fatto che le istituzioni dell’Unione siano state spiate illecitamente sarebbe un grave e impone chiarificazioni, scuse e soprattutto chiare e verificabili misure che assicurino il non ripetersi di questi episodi. Altrimenti anche ritorsioni come quelle preannunciate sarebbero giustificate. E c’è un particolare che va chiarito fino in fondo.

Quale?

È bene che si chiarisca la natura di questo eventuale spionaggio e i suoi profili di utilizzo. Sarebbe ancora più grave se coinvolgesse anche delicate questioni di concorrenza industriale, o economico-finanziaria.

In Italia prevale un atteggiamento cauto, di realpolitik. Lei è uno storico: lo spionaggio fra alleati è storicamente una moneta così corrente?

Non condivido questo cinismo giustificativo. È sbagliato. Faccio notare che quando esplodono crisi di questo tipo, quando emergono comportamenti di spionaggio fra paesi, amici o no, le reazioni ci sono e le ritorsioni anche. Il ’così fan tutti’ non funziona neanche nei paesi più cinici e spregiudicati. Ai nostri pseudo realisti ricordo che anche la ritorsione fa parte della prassi, in casi del genere. Le istituzioni europee stanno reagendo, in maniera legittima e comprensibile, e molto ferma. L’Italia dovrebbe adeguarsi.

Anche le massime istituzioni italiane sono fin qui le più caute. Il presidente Napolitano ha parlato di ’vicenda spinosa’. il presidente Massimo D’Alema di ’idea non simpatica’.

Non è questo il caso di fare una ricognizione storica della particolarità della storia italiana. Mi limito a dire che l’Italia dovrebbe reagire allo stesso modo dell’Unione europea. E degli altri paesi dell’Unione.

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