Strage Viareggio, condanne confermate per Moretti & c.
Insicurezza ferroviaria Anche per i giudici d'appello il disastro del 29 giugno 2009 fu la conseguenza di tutta una serie di negligenze, di imprudenze, e di inadeguate misure di sicurezza nell'intero sistema di trasporto delle merci pericolose. I familiari delle 32 vittime: "Un buon giudizio, finalmente dopo questa sentenza riusciremo a fare qualcosa per la sicurezza, sul lavoro e nei trasporti".
Insicurezza ferroviaria Anche per i giudici d'appello il disastro del 29 giugno 2009 fu la conseguenza di tutta una serie di negligenze, di imprudenze, e di inadeguate misure di sicurezza nell'intero sistema di trasporto delle merci pericolose. I familiari delle 32 vittime: "Un buon giudizio, finalmente dopo questa sentenza riusciremo a fare qualcosa per la sicurezza, sul lavoro e nei trasporti".
Anche per i giudici di secondo grado la strage ferroviaria di Viareggio, costata la vita a 32 persone in molti casi dopo lunghe agonie, dolori inenarrabili a decine e decine di feriti, e tanto strazio ai familiari, fu la conseguenza di tutta una serie di negligenze, di imprudenze, e di inadeguate misure di sicurezza nell’intero sistema di trasporto delle merci pericolose. Così, a pochi giorni dal decimo anniversario del più grave disastro ferroviario della storia del paese, la terza sezione della Corte d’Appello di Firenze (Laura Masi, Anna Favi e Giovanni Perini) ha sostanzialmente confermato quanto deciso due anni e mezzo fa dal Tribunale di Lucca, condannando i vertici di allora del Gruppo Fs, di Rete ferroviaria italiana e di Trenitalia per omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario. Sette anni per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, sei anni per Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, e per Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia.
Rispetto al processo di primo grado, chiuso con 23 condanne e dieci assoluzioni, il giudizio d’appello ha in parte limitato alcune responsabilità. E’ stato assolto Giulio Margarita, ex dirigente Rfi e oggi all’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, e sono stati assolti altri quattro ex dirigenti di Rfi, Giovanni Costa, Giorgio Di Marco, Alvaro Fumi ed Enzo Marzilli. Assolto anche Uwe Koennecke, responsabile dell’Officina Jungenthal di Hannover, mentre è stato condannato a sette anni e tre mesi Joachim Lehmann, che era il supervisore alla sicurezza e che era stato assolto.
Ci sono stati anche alcuni sconti di pena, tenendo conto della prescrizione dei reati di incendio e lesioni colpose: sei anni per l’ex ad di Cargo Chemical, Mario Castaldo, e quattro anni per Francesco Favo, Daniele Gobbi Frattini, Emilio Maestrini di Trenitalia e Paolo Pizzadini di Cima Riparazioni. Ancora, condanne a otto anni e otto mesi per Rainer Kogelheide della Jungenthal e per Peter Linowski di Gatx Rail Germania; otto anni per Johannes Mansbarth, ex ad di Gatx Rail Austria e Roman Mayer di Gatx Austria; sei anni e dieci mesi per Andreas Schroter, Uwe Kriebel ed Helmut Brodel, tutti di Jungenthal.
Sul fronte societario, per i reati in materia di sicurezza sul lavoro è stata confermata l’assoluzione per la holding Fs, per Fs Logistica e per Cima Riparazioni, mentre sono state confermate le condanne per Rfi e Trenitalia, e per Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania e Jungenthal.
In aula, sempre presenti alle 32 udienze del processo d’appello, così come alle 145 udienze del primo grado (tre anni di processo, quattro di indagini preliminari) si sono abbracciati commossi i familiari delle vittime, con le 32 magliette con i volti dei loro cari posate su 32 sedie vuote. Fra loro Claudio Menichetti: “Siamo arrivati a un buon giudizio – ha commentato – finalmente dopo questa sentenza riusciremo a fare qualcosa per la sicurezza. Perché è fondamentale che dopo Viareggio venga garantita la sicurezza, sul lavoro e nei trasporti”.
In attesa delle decisioni della Cassazione, con i difensori degli imputati che hanno già annunciato ricorsi su ricorsi, tra i momentanei vincitori del processo non si possono dimenticare gli investigatori della Polfer, Angelo Laurino, Paolo Cremonesi e Lorena La Spina, il ct della procura lucchese Paolo Toni, i due pm Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino, con quest’ultimo applicato in appello al fianco del sostituto pg Luciana Piras, il ferroviere Riccardo Antonini scandalosamente licenziato perché consulente di parte, e l’ex procuratore capo di Lucca, Aldo Cicala, che con i suoi sostituti aveva firmato le 95mila pagine della pubblica accusa. Un approfondito j’accuse sulle scarsissime misure di sicurezza nella circolazione delle merci pericolose lungo i binari italiani. Perché quella notte del 29 giugno 2009 circolava, a gran velocità, un treno mal revisionato e carico di sostanze pericolose, il merci Trecate-Gricignano, composto da 14 carri cisterna contenenti gpl, il cui deragliamento alla stazione di Viareggio a causa della rottura di un assile provocò lo squarcio di una cisterna, e l’immane esplosione che devastò un intero quartiere della città toscana, perla della Versilia.
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