È passata una settimana di profondo lutto ma anche piena di rabbia e sonora protesta. La strage nello scontro tra due treni e quel centinaio di vittime continuano a pesare sulla Grecia, anche se il governo fa di tutto per nascondere le sue pesanti responsabilità. I ferrovieri sono in agitazione perenne con scioperi e assemblee, ma la protesta più accesa è quella dei giovani, ancora una volta vittime sacrificali di un sistema che dedica tutto al business. Domenica una grandiosa manifestazione nella centralissima piazza Syntagma di Atene, con migliaia di studenti e famiglie, è stata senza alcun motivo attaccata dai poliziotti con granate stordenti e lacrimogeni sparati addosso alle carrozzine dei bambini e dentro la stazione della metro, provocando malori e svenimenti.
Mentre i poliziotti picchiavano selvaggiamente pacifici cittadini e famiglie, il premier pubblicava su Facebook una brevissima dichiarazione con cui presentava le sue scuse e prometteva la punizione dei colpevoli. Informazioni provenienti dalla stretta cerchia d Kyriakos Mitsotakis riportano che questa dichiarazione, praticamente ignorata dai greci, è stata una sua iniziativa personale.

IL PREMIER si troverebbe, secondo le fonti, in condizioni di pesante depressione e si sentirebbe solo e abbandonato dal numerosissimo corpo di consiglieri che lo circonda. In vista della scadenza elettorale tutte le sue mosse, il messaggio di istruzioni al procuratore dell’Areo Pago (la Corte suprema), il tentativo di creare una compiacente commissione d’inchiesta con a capo l’ex presidente delle ferrovie che ha gestito la vendita a Trenitalia, i messaggi televisivi, il tentativo di scaricare le responsabilità dell’incidente al capostazione di Larissa (un grande elettore del suo partito), perfino il suo totale controllo delle emittenti tv, non sembrano ormai produrre consenso.

AL CONTRARIO, i giovani, che si sentono ancora più colpiti, trascinano con sé nella protesta le famiglie, i parenti, il quartiere, gli amici. Tutta la Grecia in piedi a manifestare la sua indignazione. Un disastro troppo grande e troppo profondo per essere contenuto da un politico come lui, abile manovratore di capitali ma poco abile in politica e del tutto inesperto in campo istituzionale.

Già all’epoca dei grandi incendi estivi, delle decine di villaggi e abitazioni distrutte e delle vittime innocenti, l’impressione dei giovani e di tutti i cittadini era che il governo fosse concentrato solo sul fattore economico, trascurando qualsiasi altra cosa, compresa la loro sicurezza. Impressione già forte nel paese europeo che ha avuto il maggior numero di vittime a causa della pandemia Covid. Oggi a rafforzarla e ad alimentare la rabbia arrivano le rivelazioni sugli accordi sottoscritti tra il governo di Mitsotakis e Hellenic Train, la società ferroviaria acquistata da Trenitalia. Nel primo accordo di “servizio pubblico” sottoscritto tra la società italiana e lo stato greco al momento della privatizzazione, quest’ultimo conferma il suo impegno a finanziare le rotte poco redditizie con 750 milioni. Da parte sua, la Hellenic Train si era impegnata a investire 145 milioni in vagoni e altro materiale tecnologico, al quale si sarebbero aggiunti treni di recente fabbricazione, il tutto per un totale di 645 milioni. L’accordo prevedeva inoltre che la società pubblica assicurasse la segnaletica sulla tratta Atene-Pireo-Salonicco e l’elettrificazione di tutta la rete, in modo da fare circolare i treni di più moderna fabbricazione.

MA PER QUALCHE MOTIVO rimasto misterioso, l’accordo è stato revisionato nel 2022. Nel nuovo testo gli impegni del settore pubblico di garantire la sicurezza dei passeggeri è svanita. In compenso, la Hellenic Train ha abbassato il suo impegno di investimento a solo 62,5 milioni. La società pubblica si è inoltre impegnata a investire 215 milioni per acquistare i nuovi treni per la Hellenic Train. Più tardi qualche giornale ha riportato che anche questo acquisto mirava a favorire la società italiana, visto che il fornitore delle locomotive era il venditore di cui si servivano le Ferrovie dello Stato.

QUEST’ULTIMO accordo non è stato mai presentato in parlamento perché l’allora ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis lo aveva definito «riservato». Quando un giornale di opposizione aveva titolato in prima pagina «Scandaloso contratto sulle ferrovie» Karamanlis aveva risposto laconicamente: «Stiamo aggiustando gli errori di Syriza». Un aggiustamento in perfetto stile Mitsotakis, che in più di tre anni di governo ha speso quasi quattro miliardi in appalti concessi senza concorso ad amici e parenti. Ma questi giorni anche Ursula von der Leyen non ha nascosto la sua riprovazione, ricordando che l’Unione europea ha finanziato la «modernizzazione» delle ferrovie greche con 2,2 miliardi, finiti in chissà in quali tasche.