È arrivato l’11 maggio il primo via libera degli eurodeputati allo stop alla vendita di auto e furgoni con motore a carburanti fossili, cioè benzina, diesel e gpl, a partire dal 2035. La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato con una maggioranza ristretta e risicata – 46 voti favorevoli, ma anche ben 40 contrari e due astensioni – la sua posizione sulle norme presentate dalla Commissione Ue per rivedere gli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per i nuovi veicoli: con il voto viene confermata la proposta di Bruxelles che prevede la vendita di auto e furgoni a sole emissioni zero dal 2035. Il testo passerà ora al vaglio della plenaria del Parlamento europeo, nel voto previsto il 7 e 8 giugno prossimi.

Secondo la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente (Transport & Environment), una rete di organizzazione non governative che ha sede a Bruxelles e attivisti anche in Italia, si tratta di un risultato positivo a metà: la Commissione Ambiente dell’Europarlamento avrebbe potuto indicare obiettivi intermedi più ambiziosi al 2030 e l’introduzione di un target anche al 2027, «fattori essenziali per accelerare le economie di scala dei veicoli elettrici e renderli alla portata dei cittadini e delle cittadine europee già in questo decennio».

Alcuni emendamenti che sono stati bocciati avrebbero aumentato e reso più stringenti gli obiettivi di riduzione di CO2 da raggiungere entro il 2025 (portandoli al 25% per le auto e al 20% per i furgoni) ed entro il 2030 (il 75% per le auto e 70% per i furgoni), introducendo un ulteriore obiettivo – ad oggi non previsto – per il 2027 (45% per le auto e 40% per i furgoni).
Il voto di mercoledì è stato il primo del Parlamento europeo su un regolamento del pacchetto «Fit for 55», quello che allinea diversi testi normativi al nuovo target clima dell’Ue che prevede il taglio del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030. Tra gli altri emendamenti approvati, che dovranno passare l’esame della plenaria e poi essere negoziati con il Consiglio Ue, una proposta riguarda l’adozione di finanziamenti mirati per garantire una transizione giusta nel settore automobilistico e l’individuazione di una metodologia comune dell’Unione per valutare l’intero ciclo di vita delle emissioni di CO2 di automobili e furgoni immessi sul mercato comunitario.

«Messi insieme, automobili e furgoni sono responsabili del 15% di tutte le emissioni clima alternanti in Europa. Sono anche la maggiore fonte di inquinamento da biossido di azoto tossico, che ogni anno accorcia la vita di oltre 40mila cittadini europei: con la revisione degli Standard Ue di CO2 per auto e furgoni, i decisori politici hanno il potere di decidere quando e con che tempi si realizzerà il percorso verso un trasporto a emissioni zero in Europa» commenta Alex Keynes, Clean Vehicles Manager di Transport & Environment.

A seguito dell’entrata in vigore degli standard UE 2020/21 per le emissioni di CO2 di auto e furgoni (ilprincipale strumento per decarbonizzare le auto in Europa), i veicoli elettrici (EV) sono entrati nel mercato di massa assai più velocemente di quanto inizialmente previsto, raggiungendo l’anno scorso il 18% delle vendite di nuove vetture. È ancora più complessa la situazione in Italia, dove invece in percentuale rappresentano meno delle metà delle auto immatricolate nel 2021. Nel prossimo triennio, poi, il governo ha annunciato un piano di incentivi da 650 milioni di euro che per il 2022, il 2023 e il 2024 continuerà a incentivare ancora l’acquisto di motori a combustione interna.