Stampa, firmato il nuovo contratto: «È la caporetto dei giornalisti»
Editoria Fnsi e Fieg firmano l'accordo, insorgono freelance e precari sull'equo compenso. Editori soddisfatti, mentre si spacca il sindacato. Manifestazione a Roma l’8 luglio sotto la sede della Federazione Nazionale della Stampa
Editoria Fnsi e Fieg firmano l'accordo, insorgono freelance e precari sull'equo compenso. Editori soddisfatti, mentre si spacca il sindacato. Manifestazione a Roma l’8 luglio sotto la sede della Federazione Nazionale della Stampa
L’accordo sulla parte normativa del nuovo contratto collettivo dei giornalisti è stato siglato all’alba di ieri e ha spaccato il sindacato. Otto componenti della giunta della Federazione della Stampa hanno firmato, tre hanno espresso voto contrario, mentre altri tre hanno condizionato il loro assenso all’emanazione del decreto governativo varato dal sottosegretario all’editoria Luca Lotti.
«Alle 5.30 ancora non si è consumato l’ultimo atto di questa indecente trattativa contrattuale – ha scritto su facebook Paolo Butturini, segretario dell’Associazione Stampa Romana, la più numerosa dopo quella lombarda – Quello che è certo, nonostante i piccoli miglioramenti strappati coi denti, è che si profila un pasticciaccio a danno della categoria».
Il presidente dell’ordine Enzo Iacopino parla di «suicidio della Federazione Nazionale della Stampa» e aggiunge: «Dopo la “morte” dei precari e dei freelance, ora tocca ai “garantiti”». Iacopino pensa alla sostanziale eliminazione del Fondo integrativo di Previdenza (fondo ex fissa). Chi ha meno di 15 anni di anzianità aziendale la perderà, in cambio verrà erogato un rimborso che non potrà tuttavia superare i 10 mila euro. In media sarà di 2 mila euro. A chi invece ha maturato l’anzianità il fondo verrà erogato a rate, l’ultima verso gli 80 anni, come per chi è già in pensione con l’unico vantaggio che non si vedrà decurtare quanto ha maturato.
Ci sono problemi anche sugli incentivi alle assunzioni in vista degli sgravi da 120 milioni di euro concessi dal governo. Non andranno solo ai contratti a tempo indeterminato, ma soprattutto ai contratti a tempo determinato. Il risultato sarà quello di depotenziare il contratto di lavoro d’ingresso fino a 700 euro mensili rispetto ai redattori ordinari. Gli editori verseranno all’Inpgi un contributo dell’1% per tre anni sui contributi. Per la previdenza dei giornalisti questo aumento vale circa 6 milioni di euro come forma di risarcimento per gli ammortizzatori sociali in un momento in cui le aziende ricorrono sempre più a contratti di solidarietà, disoccupazione e cassa integrazione. Su questo capitolo nel 2013 l’Inpgi ha speso oltre 33 milioni di euro.
L’intesa ha stabilito le nuove tabelle sull’equo compenso per il lavoro autonomo e precario, già rese note il 19 giugno scorso, e ha provocato una rivolta dei coordinamenti dei giornalisti freelance che hanno indetto alle 10 di martedì 8 luglio a Roma una manifestazione contro la Federazione nazionale della Stampa. Previsti 250 euro ad articolo per i mensili, 67 per i periodici, 20,80 euro per i quotidiani, 6,25 euro per un lancio di agenzia o per una segnalazione sul web.
«L’accordo è iniquo e incostituzionale – si legge in una petizione che ha raccolto 1200 firme e chiede a Lotti il ritiro della delibera – non esiste alcuna proporzione tra i lauti salari di chi è contrattualizzato con i 250 euro lordi mensili riconosciuti nell’accordo truffa. Dovrebbe preoccupare anche i giornalisti contrattualizzati. Per ora gli editori stanno scaricando la riduzione del costo del lavoro completamente sui precari; ma il prossimo passo riguarderà loro».
L’associazione stampa dell’Emilia Romagna ha bocciato l’accordo. Quella Toscana ha chiesto una consultazione tra gli iscritti su salario d’ingresso e equo compenso. «Una caporetto sindacale» la definisce il Cdr del Tg La 7. È stata anche elaborata una lettera di diffida all’Fnsi per evitare la firma del «contratto sciagura». Gli editori sono soddisfatti. «Un’intesa che favorisce la trasformazione con nuova occupazione soprattutto giovanile – afferma il presidente uscente della Fieg, Giulio Anselmi – Per la prima volta ci sono regole certe per i rapporti con i collaboratori e si sono anche risolti alcuni annosi problemi del settore».
«È stato un passaggio sofferto, non unanime – ha ammesso il segretario della Federazione della stampa Franco Siddi bersagliato da molte critiche – per la prima volta un accordo contrattuale sul lavoro autonomo. La domanda da porsi è: rispetto all’esistente si va avanti o no? La nostra risposta è sì». L’accordo di rinnovo del contratto sarà valido per il periodo tra il 1 aprile 2013 e il 31 marzo 2016.
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