Sicurezza, Marino attacca Alfano
Roma Tensione tra governo e il chirurgo dem. «Compito del Viminale controllare lo spazio aereo sui funerali di Casamonica, e ai tempi del primo Giubileo dell’era Isis». Padoan nomina all’Eur Spa l’ex ad di Atac, licenziato dal sindaco
Roma Tensione tra governo e il chirurgo dem. «Compito del Viminale controllare lo spazio aereo sui funerali di Casamonica, e ai tempi del primo Giubileo dell’era Isis». Padoan nomina all’Eur Spa l’ex ad di Atac, licenziato dal sindaco
«In una città in cui lo Stato non ha saputo garantire la sicurezza dello spazio aereo, con l’intrusione di oggetti volanti non identificati, credo sia giusta la decisione di responsabilizzare prefetto e Governo». Ignazio Marino torna, incalzato dai giornalisti, sul punto più dolente della vicenda dei funerali-show di Vittorio Casamonica – l’elicottero non autorizzato che spargeva petali sulle strade del quartiere Cinecittà – già messo in rilievo dallo stesso prefetto di Roma.
Franco Gabrielli, infatti, appena scoppiato il caso mediatico internazionale e subito dopo aver fatto il punto con il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, accusò i servizi di intelligence di mancata prevenzione, rimandando al ministro Alfano l’eventuale decisione di «far saltare le teste» dei responsabili. E così ieri, dopo il botta e risposta di venerdì con il leader di Area Popolare su Mafia capitale, il sindaco dem di Roma è tornato all’attacco: «La responsabilità della sicurezza di spazi aerei e terrestri, soprattutto ai tempi del primo Giubileo nell’era dell’Isis – ha sottolineato – spetta al Governo e al Viminale».
Il ministro dell’Interno stavolta non replica. D’altronde sul punto era già stato molto evasivo, limitandosi a comunicare che «sono in corso accertamenti». È evidente però che l’”ascia di guerra” politica tra il governo bipartisan e l’attuale inquilino del Campidoglio non è stata completamente sotterrata: ha subito semmai un passaggio dalle mani del premier/segretario a quelle – più congeniali agli equilibri interni del Pd – del sempre più stretto alleato, Angelino Alfano.
È stato proprio il ministro centrista, infatti, secondo rumors di Palazzo Chigi, ad «orchestrare» la nomina di Roberto Diacetti a nuovo presidente di Eur Spa – la società immobiliare proprietaria degli edifici pubblici del quartiere Eur partecipata al 90% dal ministero dell’Economia e al 10% dal Comune di Roma – nell’assemblea degli azionisti del 30 agosto scorso, mentre il sindaco era in vacanza negli States.
Marino, appena rientrato, ha protestato formalmente con il titolare del Mef, Pier Carlo Padoan, per quella che sembra davvero l’ennesima beffa dell’esecutivo. Roberto Diacetti, infatti, chiamato da Gianni Alemanno ad amministrare l’Atac, l’azienda dei trasporti romana, venne destituito nel luglio 2013 dalla giunta di centrosinistra appena insediatasi. Fu uno dei primi atti del sindaco “marziano”, deciso dopo un duro confronto con il super manager.
Anche il vicesindaco Marco Causi, che ha tenuto il timone del Comune durante l’assenza di Marino, si è detto stupito di una nomina che fino a poche ore prima del voto dell’assemblea degli azionisti non sembrava probabile. E contro la quale non si è però opposto neppure il rappresentante del Campidoglio regolarmente autorizzato a votare da una delibera di giunta («avrebbe dovuto fare una scelta politica, difficile in quel frangente», spiegano a Palazzo Senatorio.
Nel cda di Eur Spa – la società che ha difficoltà a trovare i soldi per completare i lavori della «Nuvola» di Fuksas (Pierluigi Borghini, il confermato presidente, smentisce però che ci sia stata una lievitazione dei costi dell’opera) e per la quale si stanno studiando forme di salvataggio e di finanziamento “pubblico”, come l’acquisto di edifici storici da parte dell’Inail – è entrato anche Enrico Pazzalli, ex ad di Fiera Milano, storicamente “feudo” del centrodestra.
E così il sindaco si è tolto ieri un altro sassolino dalla scarpa, insistendo proprio sul nodo della sicurezza. Con Alfano il giorno prima c’era stato il botta e risposta sulla questione di Mafia Capitale, con il chirurgo dem che ricordava al ministro di aver riportato nella sua relazione «una fotografia del Campidoglio datata, che risale al 2014», e il leader di Ap che ribatteva: «Sì ma lui è stato eletto nel 2013». Nel mezzo, il prefetto Gabrielli che ha ammesso di aver rilevato un quadro amministrativo molto diverso rispetto alla prima relazione compilata dalla commissione prefettizia che ha avuto l’accesso agli atti comunali: «Ora si tratta di aggiornarla e verificare ciò che il Comune ha fatto da gennaio a settembre 2015».
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