Ci sono i teli bianchi, sudari che svolazzano e si «ricompongono» in rifugi precari di Muna Mussie, ricordando i raduni bolognesi in sostegno della liberazione eritrea, e poi ci sono le sculture di Victor Fotso Nyie (è in corso di riprese un documentario sulla sua figura e lavoro), che in ceramica creano corpi neri fra le cui mani luccica sempre oggetti dorati: sono i «reperti» rubati all’identità africana e trasportati nei musei del mondo. Spesso, i custodi di quei preziosi feticci di una civiltà perduta o maltrattata sono non a caso i bambini, infanzie per un mondo nuovo. Da Puerto Rico vengono invece le sorelle del duo Las Nietas De Nonó, fondatrici del Patio Taller, residenza comunitaria per artisti in una ex casa di famiglia (era del nonno). Qui, nel video Foodtopia le vediamo tentare di venire a patti con la natura per procurarsi del cibo, attività del tutto dimenticata nella vita moderna.
Nella mostra Sediments. After Memory (fino al 4 settembre) allestita nei padiglioni 9a e 9b del Mattatoio, viene presentata, a cura dell’Azienda speciale del Palaexpo, la programmazione artistica di Spazio Griot, luogo dai comportamenti nomadici (che a Roma però si fa «fisico»), una piattaforma che esplora i concetti di cittadinanza, confini, gender e blackness, nato dalla volontà di Johanne Affricot, curatrice e produttrice culturale romana, di discendenza haitiana e ghaniana. Per dar voce alla diaspora africana e anche alle questioni globali che il presente pone all’attenzione, con la rivista Griotmag (insieme a Celine Angbeletchy e Eric Otieno Sumba) pubblica interviste, saggi, recensioni che allargano il campo fino alla musica e al cinema, raccogliendo riflessioni in Italia e all’estero. Così, la mostra diventa la «cornice» per una nutrita serie di incontri ed eventi. Oggi, alle 19, Liliana Mele (Etiopia, Italia, 1984) e l’attrice Ilenia Caleo discuteranno su Archivi dispersi e resistenza: il teatro etiope prima, durante e dopo l’impero di Hassié Selassié nella corte esterna del Mattatoio. E alle 21, sarà la volta della performance di Autumn Knight: divagazioni intorno all’otium.