Caro Guido, pur condividendo l’analisi sulla situazione in cui si trovano i Comuni costretti a svendere ai privati i servizi pubblici, che hai sviluppato il 23 agosto sul manifesto, devo dire che non condivido il finale del tuo articolo nel quale si mette la scuola nel calderone dei servizi di welfare locale come le partecipate, arrivando ad equiparare i servizi per la gestione dei rifiuti o del gas con la scuola materna (si chiama dell’infanzia da almeno 15 anni!) e addirittura con la scuola primaria che è obbligatoria. Per non parlare dell’equiparazione fra scuola e servizi a domanda individuale come...