Scuola, la ripresa è in presenza: «Dad solo per singole situazioni»
Conferenza di servizio dei dirigenti scolastici con il ministero Parere favorevole del Garante della privacy allo schema di decreto che introdurrà le verifiche del green pass attraverso la piattaforma
Conferenza di servizio dei dirigenti scolastici con il ministero Parere favorevole del Garante della privacy allo schema di decreto che introdurrà le verifiche del green pass attraverso la piattaforma
Da oggi obbligo di green pass per il personale scolastico: parere favorevole del Garante della privacy allo schema di decreto che introdurrà le verifiche attraverso la piattaforma che il ministero dell’Istruzione sta predisponendo. In particolare, le istituzioni scolastiche si limiteranno a verificare «il mero possesso della certificazione verde da parte del personale, trattando esclusivamente i dati necessari, prestando particolare attenzione alle possibili conseguenze discriminatorie, anche indirette, nel contesto lavorativo».
In attesa che diventi operativo, gli istituti dovranno utilizzare l’app VerificaC19: per evitare assembramenti viene suggerito dal ministero «di ricorrere a più soggetti verificatori e, dove possibile, ingressi diversi». Critica la Uil: «Il Mi si limita a dare informazioni e suggerimenti, il problema è in capo alle scuole. La circolare è una sorta di autocertificazione di impotenza». Ieri riunione in videoconferenza tra il ministro Bianchi, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, e i dirigenti scolastici.
«Il premier segue personalmente la riapertura della scuola» ha spiegato Bianchi. Il sindacato Dirigentiscuola: «L’obiettivo era tranquillizzarci. Ci sono però nodi da sciogliere: manca la piattaforma, le nomine e il personale. Poi ci sono questioni dirimenti: la decorrenza della decurtazione stipendiale per chi non ha il pass, il termine dei contratti di supplenza, le modalità applicative del procedimento sanzionatorio, la natura del provvedimento di delega o incarico per chi dovrà fare i controlli».
Dal ministero sono comunque arrivate delle indicazioni. Il personale esente dal pass non ha l’obbligo di fare un tampone ogni 48 ore: «Possono accedere negli istituti senza altri adempimenti. Stiamo prevedendo con le Asl azioni di screening periodici nei loro confronti». Rezza: «Mi aspetto che le esenzioni siano poche». La mascherina andrà tenuta sempre al chiuso: viene meno la regola di consentire ai bambini della primaria di rimuoverla «quando fermi in posizione statica e distanziati».
Il dl 111 non obbliga il personale esterno ad avere il pass: «Le scuole però possono fare una valutazione del rischio, prevedendo per chi entra a scuola la verifica del QrCode». Ma l’Associazione nazionale presidi ribatte: «Tale affermazione confligge con l’inesistenza di norme che estendano quanto imposto al personale scolastico ad altre categorie di cittadini». No a didattica digitale integrata: «La ripresa è in presenza. La dad solo per particolarissime situazioni. I genitori non potranno chiedere in caso di mancata vaccinazione di un minore l’uso di didattica a distanza». Rezza: «Mascherine, distanziamento, gel disinfettanti, certificazione verde, piani di monitoraggio sono strumenti per minimizzare il rischio». Resta un vuoto da colmare rispetto al personale di asili nido e materne comunali, per ora esclusi dall’obbligo, e ai genitori ammessi nei plessi per l’inserimento degli alunni più piccoli.
Screening periodici. Ieri le regioni si sono riunite per analizzare la proposta del governo: niente test a tappeto ma controlli periodici su «scuole sentinella», sistema utilizzato già in alcuni territori nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. «Servono chiarimenti sulla validazione dei campioni salivari e il conseguente aggiornamento della circolare ministeriale, la predisposizione di una modulistica e di un accordo nazionale con le farmacie» hanno spiegato i governatori.
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