Una protesta a Roma per chiedere lo sblocco del Tfs
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Lavoro

Scandalo ritardo del Tfs ai «pubblici»: «Tolti ai lavoratori fino a 41 mila euro»

Diritti Negati A un anno e mezzo dalla sentenza della Corte Costituzionale che chiedeva di legiferare per rispettare il principio della giusta retribuzione il governo non ha fatto alcunché
Pubblicato 15 minuti faEdizione del 8 ottobre 2024

Il sacrosanto diritto dei lavoratori pubblici di avere il loro trattamento di fine rapporto (Tfr) o servizio (Tfs) – e cioè salario differito – negato ingiustamente. A quasi un anno e mezzo della pronuncia della Corte Costituzionale che aveva imposto al governo di rimuovere il ritardo di anni (fino a ben 7) con cui lo stato eroga il Trattamento di fine servizio (Tfs) ai 3,3 milioni di dipendenti pubblici perché «contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione», la Cgil ha calcolato quanto costa questo ritardo. Le cifre sono impressionanti: da 17 mila a 41mila euro.

Fp, Flc e Spi denunciano come «l’alta inflazione che si è avuta negli ultimi anni ha ridotto in modo consistente il potere d’acquisto della liquidazione tra il momento dell’uscita dal lavoro a quello in cui si riceve» e «rappresenta un vero e proprio furto per chi, dopo una vita di lavoro, è costretto a subire una discriminazione rispetto ai lavoratori del settore privato». L’analisi condotta dall’Ufficio previdenza della Cgil, curata dal Responsabile delle politiche previdenziali Ezio Cigna, sottolinea che i lavoratori che sono andati in pensione nel 2022 per pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi, uno in meno per le donne), con una retribuzione di 30mila euro, a fronte di un Tfs nominale di 86mila euro, subiscono una perdita complessiva in termini di potere d’acquisto di 17.958 euro. Le perdite arrivano a 41.290 euro per chi guadagnava 60mila euro. «È il risultato di una doppia penalizzazione: da un lato, l’inflazione ha ridotto il valore reale delle somme percepite tra cessazione e liquidazione del Tfs; dall’altro, il mancato rendimento che questi importi avrebbero potuto generare se fossero stati investiti al momento della cessazione del rapporto».
La durata del differimento dipende dalla ragione della cessazione del contratto e dall’importo della liquidazione. Nel caso della pensione anticipata il Tfr viene liquidato dopo due anni ma se l’importo è alto viene diviso in tre rate annuali».

«Nonostante la Corte Costituzionale – sottolineano Cgil, Fp, Flc e Spi – il governo non ha ancora intrapreso alcuna azione per porre fine all’ingiustizia. Nessun passo avanti è stato fatto».
La linea della Cgil è chiara: appoggiare le cause dei dipendenti pubblici che stanno richiedendo ai giudici del Lavoro l’erogazione immediata del Tfs. La sentenza 130 del 2023 della Corte Costituzionale infatti specificava che «non sarebbe tollerabile l’eccessivo protrarsi dell’inerzia legislativa, tenuto conto che la Corte aveva già rivolto al legislatore, con la sentenza n.159 del 2019».

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