Economia

Salario minimo orario, il governo apre al confronto con i sindacati

Salario minimo orario, il governo apre al confronto con i sindacatiUna lavoratrice dei servizi di logistica

Dialogo Sociale Tavolo tecnico al ministero del lavoro con Nunzia Catalfo (M5s) autrice del disegno di legge. Cgil, Cisl e Uil: se l'obiettivo è rafforzare la contrattazione nazionale noi ci siamo

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 marzo 2019

Qualche passo avanti e l’appuntamento ad una prossima convocazione. Il tavolo tecnico fra governo e sindacati sul salario minimo orario ha visto ieri i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil confrontarsi con Nunzia Catalfo, la capogruppo alla camera della commissione lavoro e autrice del disegno di legge che vuole stabilire la soglia minima di 9 euro all’ora.
La prima novità è che questo valore non sarebbe più considerato il salario netto ma il trattamento economico complessivo e quindi rapportabile ai livelli dei minimi dei contratti collettivi nazionali che tengono conto anche welfare, ferie, tredicesime e altro sottoscritti da Confindustria – che continua a sostenere come i 9 euro siano troppi – e i sindacati confederali.
La seconda novità riguarda la volontà di aprire un confronto sul disegno di legge – che diventerebbe dunque la proposta del governo – puntando a valorizzare la contrattazione collettiva applicando finalmente gli articoli 36 (retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa) e 39 (certificazione della rappresentanza dei sindacati e validità erga omnes a tutti i lavoratori dei contratti nazionali) della costituzione.
Il tavolo è aggiornato alla prossima settimana mentre è probabile che il governo nel frattempo incontri le parti datoriali e Confindustria.
«Ci sembrano passi avanti significativi ma rimaniamo guardinghi perché al tavolo non c’era il ministro Di Maio», commenta la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.
«C’è un esplicito riconoscimento alla centralità dei contratti collettivi. Nessun depotenziamento, nessuno tentativo di scavalcare la contrattazione nazionale: il confronto è partito con il piede giusto», commentano Luigi Sbarra della Cisl e Tiziana Bocchi della Uil che sottolineano la disponibilità del governo ad aumentare i controlli sui contratti pirata e il lavoro nero». Al tavolo c’erano anche il filo governativo Ugl e l’Usb che non vuole limitare la certificazione della rappresentanza ai soli sindacati confederali.

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