Mancava qualche minuto all’inizio dell’incontro quando un uomo è salito sul palco e lo ha colpito ripetutamente con un’arma da taglio. Soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale Salma Rushdie, lo scrittore britannico di origine indiana, non sarebbe in pericolo di vita, ma è stato sottoposto a una delicata operazione durata diverse ore: secondo fonti mediche, potrebbe perdere un occhio e anche il fegato sarebbe stato danneggiato dalle coltellate. Al momento, è attaccato a un respiratore e non può parlare.

Sono più di trent’anni, da quando nel 1989 l’ayatollah Khomeini emise una fatwa nei suoi confronti dopo la pubblicazione dei Versetti satanici, libro considerato «blasfemo» dagli integralisti islamici, che Rushdie, 75 anni, conduce un’esistenza sospesa, vivendo protetto quotidianamente dalle autorità britanniche, ma esposto costantemente al rischio che i suoi nemici passino dalle parole ai fatti.

ANCHE SE ANCORA non si conoscono le motivazioni dell’aggressore, il 24enne Hadi Matar che vive in New Jersey ed è in custodia, è questo ciò che è accaduto ieri intorno alle 11, le 17 in Italia, poco prima che Rushdie iniziasse a parlare in un anfiteatro gremito di persone (circa quattromila i posti ) nella città di Chautauqua, stato di New York. La cornice letteraria era un dibattito sugli scrittori e gli artisti esiliati negli Stati uniti. Rushdie si era appena seduto quando l’assalitore è salito correndo sul palco. A fermarlo, dopo che aveva inferto i primi colpi, un agente della forze dell’ordine cui probabilmente lo scrittore deve la vita.

Ad essere attaccato, anche se a quanto sembra non è stato ferito in modo grave, anche Henry Reese, tra i fondatori della ong di Pittsburgh City of Asylum che si occupa proprio dei programmi destinati agli autori che necessitano di protezione e assistenza perché vittime di persecuzioni, che avrebbe dovuto moderare l’incontro.

Una volta bloccato l’assalitore, Rushdie è stato immediatamente soccorso e trasportato in elicottero nel più vicino ospedale per le cure del caso. Fonti mediche hanno però fatto notare come lo scrittore sia comunque riuscito ad alzarsi da solo dal palco al Chautauqua Institution prima che i sanitari e i presenti si prendessero cura di lui. Una foto scattata subito dopo l’aggressione mostra un agente della sicurezza con le mani sul petto di Rushdie mentre un altro gli tiene le gambe sollevate in aria.

«È stata una cosa assolutamente orribile», ha detto un testimone secondo cui – dopo essere corso sul palco proveniente dalla parte sinistra della sala – l’aggressore ha «colpito ripetutamente» lo scrittore. Parlando con i reporter della Bbc, l’uomo – che era seduto a 14, 15 file di distanza dal palco – ha riferito che i presenti sono rimasti «profondamente scossi» per quanto hanno visto.

Fra le prime reazioni di condanna, quella dello scrittore inglese Ian McEwan, amico di Rushdie fin dai tempi della fatwa (gli offrì rifugio e protezione). “Un feroce attacco alla libertà di pensiero, ma lui non vi rinuncerà” ha detto.

NEL FRATTEMPO, malgrado gli anni trascorsi dalla fatwa di Khomeini – che fino ad ora causato la morte del traduttore giapponese del libro, il ferimento dell’editore norvegese e del traduttore italiano – ieri, nel dare la notizia dell’accaduto, le principali testate online iraniane hanno ribadito i toni violenti nei confronti dello scrittore. Il sito dell’agenzia Irna titolava: «Attacco a Salman Rushdie, autore del libro blasfemo Versetti satanici». E, nel testo dell’articolo veniva ribadito che l’autore «aveva insultato il Profeta dell’Islam». Le medesime, ripetute accuse di blasfemia sono arrivate anche dall’agenzia Isna e dalla Press Tv sempre legate alle autorità di Tehran.