L’incanto del primo amore, lo stupore del primo sguardo, l’emozione del tocco tra le mani. L’adolescenza che si apre all’età adulta, pronta a tutto, impavida seppur tremante. La passione che, come insegna Shakespeare, presta il potere, il tempo, i mezzi per incontrarsi, temprando i mali estremi con estreme dolcezze. Storia eterna, quella di Romeo e Giulietta, un amore straziato da un destino avverso di morte, di fronte al quale «persino il sole, per il dolore, non vuole mostrare il suo volto». Storia rinata miriadi di volte a teatro, al cinema, in pittura, in musica, in danza, che esige interpreti disposti a una totale immedesimazione.

COSÌ È STATO al Teatro alla Scala sabato scorso, con la ripresa della versione coreografica di Kenneth MacMillan, musica di Sergej Prokof’ev, e il debutto di una meravigliosa Giulietta: Agnese Di Clemente, solista del Corpo di Ballo del Piermarini, in coppia con uno dei primi ballerini più consoni alla resa in movimento dei sentimenti umani, Claudio Coviello (replica il 3 anche in streaming).

La redazione consiglia:
Romeo e Giulietta, una storia che ci parla ancora oggiLa versione di MacMillan sposa i leitmotiv della partitura cinematografica di Prokof’ev, nata negli anni Trenta del Novecento in Russia, con una coreografia che si intesse nei corpi: le arabesques, i pas de bourrée che trasportano Giulietta, i lifts, molti i passi che ritornano cambiando di intensità e senso nel corso della storia, riconoscibili quanto incisi nella musica che incalza mentre l’amore si fa adulto e fisico. Di Clemente varia mood con toccante sensibilità: sul tema di Giulietta bambina dà corpo alla fanciullezza, al Ballo Capuleti comunica lo schiudersi del sentimento, dal balcone alla camera da letto e alla cripta commuove nella crescita del personaggio.

ROMEO per Coviello è un ruolo a dir poco calzante, la sua magistrale musicalità è tutt’uno con Prokof’ev: la partnership porta avanti la storia con realistica partecipazione, data dall’aderenza a uno stile coreografico che rende i corpi parlanti attraverso l’espressività naturale intrecciata al virtuosismo, l’estremizzazione tragica dei cambré, la qualità dell’abbandono di Giulietta nelle braccia di Romeo tra entusiasmo giovanile, passione fisica e morte.
Accanto a loro, imprescindibile il focoso Tebaldo di Marco Agostino, in parte, oltre al Corpo di Ballo, Navrin Turnbull/Paride, Christian Fagetti/Mercuzio, Mattia Semperboni/Benvolio, Federico Fresi/danza dei mandolini, e gli altri solisti. Orchestra scaligera diretta con spessore da Timur Zangiev. Stasera in scena l’ospite Jacopo Tissi con Martina Arduino, il 5 e il 7 Alice Mariani e Nicola Del Freo, il 6 Linda Giubelli e Navrin Turnbull, da aggiungersi alla celebrata coppia Manni/Andrijashenko applaudita in settimana.