Visioni

«Romeo e Giulietta», prime volte senza tempo

«Romeo e Giulietta», prime volte senza tempoAgnese Di Clemente e Claudio Coviello – foto di Brescia e Amisano

A teatro Alla Scala di Milano fino al 7 luglio la ripresa della versione coreografica di Kenneth MacMillan, musica di Sergej Prokof’ev. Il debutto di Agnese Di Clemente nei panni di Giulietta, in coppia con Claudio Coviello

Pubblicato più di un anno faEdizione del 1 luglio 2023

L’incanto del primo amore, lo stupore del primo sguardo, l’emozione del tocco tra le mani. L’adolescenza che si apre all’età adulta, pronta a tutto, impavida seppur tremante. La passione che, come insegna Shakespeare, presta il potere, il tempo, i mezzi per incontrarsi, temprando i mali estremi con estreme dolcezze. Storia eterna, quella di Romeo e Giulietta, un amore straziato da un destino avverso di morte, di fronte al quale «persino il sole, per il dolore, non vuole mostrare il suo volto». Storia rinata miriadi di volte a teatro, al cinema, in pittura, in musica, in danza, che esige interpreti disposti a una totale immedesimazione.

COSÌ È STATO al Teatro alla Scala sabato scorso, con la ripresa della versione coreografica di Kenneth MacMillan, musica di Sergej Prokof’ev, e il debutto di una meravigliosa Giulietta: Agnese Di Clemente, solista del Corpo di Ballo del Piermarini, in coppia con uno dei primi ballerini più consoni alla resa in movimento dei sentimenti umani, Claudio Coviello (replica il 3 anche in streaming).

La versione di MacMillan sposa i leitmotiv della partitura cinematografica di Prokof’ev, nata negli anni Trenta del Novecento in Russia, con una coreografia che si intesse nei corpi: le arabesques, i pas de bourrée che trasportano Giulietta, i lifts, molti i passi che ritornano cambiando di intensità e senso nel corso della storia, riconoscibili quanto incisi nella musica che incalza mentre l’amore si fa adulto e fisico. Di Clemente varia mood con toccante sensibilità: sul tema di Giulietta bambina dà corpo alla fanciullezza, al Ballo Capuleti comunica lo schiudersi del sentimento, dal balcone alla camera da letto e alla cripta commuove nella crescita del personaggio.

ROMEO per Coviello è un ruolo a dir poco calzante, la sua magistrale musicalità è tutt’uno con Prokof’ev: la partnership porta avanti la storia con realistica partecipazione, data dall’aderenza a uno stile coreografico che rende i corpi parlanti attraverso l’espressività naturale intrecciata al virtuosismo, l’estremizzazione tragica dei cambré, la qualità dell’abbandono di Giulietta nelle braccia di Romeo tra entusiasmo giovanile, passione fisica e morte.
Accanto a loro, imprescindibile il focoso Tebaldo di Marco Agostino, in parte, oltre al Corpo di Ballo, Navrin Turnbull/Paride, Christian Fagetti/Mercuzio, Mattia Semperboni/Benvolio, Federico Fresi/danza dei mandolini, e gli altri solisti. Orchestra scaligera diretta con spessore da Timur Zangiev. Stasera in scena l’ospite Jacopo Tissi con Martina Arduino, il 5 e il 7 Alice Mariani e Nicola Del Freo, il 6 Linda Giubelli e Navrin Turnbull, da aggiungersi alla celebrata coppia Manni/Andrijashenko applaudita in settimana.

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