Visioni

«Restiamo amici» e la tradizione della Commedia

«Restiamo amici» e la tradizione della Commedia

Incontri Antonello Grimaldi racconta il suo nuovo film, ambientato in Trentino

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 giugno 2019

«Con le dovute proporzioni, negli anni d’oro della Commedia all’italiana il personaggio di Gigi (Alessandro Roja) sarebbe stato interpretato da Vittorio Gassman, quello di Alessandro (Michele Riondino) da Nino Manfredi e quello di Leo (Libero De Rienzo) da Ugo Tognazzi». Così Antonello Grimaldi definisce i tre protagonisti del suo nuovo film, Restiamo amici (al cinema dal 4 luglio), costruito appunto sulla falsariga della «tradizione»: «È l’eredità del vecchio cinema italiano – aggiunge Roja – il mio personaggio ad esempio è un ’cialtrone’ come il conte Mascetti di Amici miei». Gigi è infatti quello che mette in moto la trama della commedia, coinvolgendo i suoi due amici d’infanzia in un «affare losco». Il padre ha lasciato in eredità tre milioni di euro ma non a Gigi, bensì al suo futuro figlio – che lui non ha mai avuto. È così che cerca di coinvolgere Alessandro, che invece ha un figlio che ha appena compiuto 18 anni.

A DEVIARE dalla «tradizione» è invece la scelta dell’ambientazione: il Trentino. Grimaldi, presidente della Sardegna Film Commission – anche se «ancora per poco» dice, «dato che è cambiata la giunta» – spiega che parlare di questa location vorrebbe dire innanzitutto fare un discorso più ampio sul ruolo delle film commission oggi: «La loro importanza è stata in primo luogo incentivare un ’allontanamento’ da Roma. Prima tutti i film si giravano qui», mentre ora è possibile esplorare nuovi luoghi. La scelta del Trentino, scherza, è invece dovuta al fatto che «da sardo le montagne non smettono mai di affascinarmi». Inoltre, «a Trento tutto è a vista, non ci sono le tende, e mi piaceva anche questo gioco per cui da fuori si vedono gli interni e viceversa».

Grimaldi e Roja, che per solidarietà indossa la maglietta del Cinema America, rivolgono anche una riflessione alle aggressioni di questi giorni a Trastevere: «È un fatto molto grave – dice l’attore – un segnale di anarchia della violenza. La politica deve intervenire, va messa sotto pressione, cose del genere non possono accadere in un paese democratico e ’civilizzato’». E la cosa ancora più grave, aggiunge Grimaldi, è che a scatenare la violenza «sia stata una cosa ’innocua’ come la maglietta del Cinema America».

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