Visioni

Ramy Essam scorre i fili delle dittature su ritmi incantatori

Ramy Essam  scorre i fili delle dittature su ritmi incantatoriRamy Essam – foto di Eleonora Cavallo

A teatro L'artista egiziano in uno spettacolo dove mescola musica e politica, nel segno della tragedia che ha colpito Giulio Regeni

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 26 febbraio 2022

Babilonia Teatro, ovvero Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, tornano felicemente quest’anno a una scena di bruciante attualità. Mulinobianco, a Roma, attraverso i figlioletti Ettore e Orlando gridava l’urgente necessità, ma anche i luoghi comuni, della battaglia ambientale; ora al Fabbricone compongono una struggente quanto graffiante «dedica» a Giulio Regeni. Che ha il percorso di un concerto rock, grazie al cantante Ramy Essam: Giulio meets Ramy/Ramy meets Giulio (ancora stasera e domani). L’artista egiziano è unito al nostro Giulio da una data: il 25 gennaio 2016 Giulio fu rapito per essere massacrato, nello stesso giorno Ramy cantò in piazza Tahrir una violenta denuncia rock contro il regime. Questo si apprende solo alla fine dello spettacolo: prima l’artista, che vive esule in Scandinavia, racconta la propria maturazione civile e politica attraverso i racconti e le canzoni molto belle , che lo rendono una star delle nuove generazioni. Con parole roventi, e un ritmo incantatore, Ramy scorre i fili delle dittature avvicendatesi nel suo paese. Un linguaggio diretto, e l’eccellenza della sua chitarra, rendono comprensibile ad ogni orecchio il dramma egiziano. E rendono un tributo forte e commovente a Giulio Regeni che ne è stato vittima.

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