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Rai, arrivano i nuovi direttori di rete. Lega furiosa, il Pd non si accontenta

Rai, arrivano i nuovi direttori di rete. Lega furiosa, il Pd non si accontentaL’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini – LaPresse

Viale Mazzini Oggi il voto del cda, Coletta a Raiuno. I dem chiedevano di rinnovare anche le testate

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 14 gennaio 2020

I dem, chiusi nell’abbazia di San Pastore, evitano di polemizzare pubblicamente ma la loro rappresentante in consiglio d’amministrazione Rai, Rita Borioni, sarebbe pronta a votare contro o al massimo ad astenersi sul pacchetto di nomine formalizzato ieri dall’amministratore delegato Fabrizio Salini per essere vagliato oggi dal cda. Eppure i leghisti in coro tuonano contro la nascita di «Tele Pd», la «sconcertante occupazione» della tv pubblica da parte dei dem, come «nemmeno ai tempi di Telekabul».

I primi, fanno sapere dal Nazareno, ce l’hanno con l’ad Salini e per quello in cda sarà espresso un voto contro di lui e «contro la sua ostinazione a mantenere l’informazione in mano a Lega e 5Stelle. Al Tg1 e Tg3 c’è solo Di Maio, al Tg2 e sulle Testate regionali esiste solo Salvini. E il responsabile di questo squilibrio è Salini. Senza nulla togliere a Coletta, Calandrelli e Giammaria, che sono ottimi nomi», protestano. Insomma, il Pd si aspettava, con la nuova maggioranza, una redistribuzione anche delle testate. Puntando al Tg3 con Mario Orfeo (gradito anche ai renziani). Ma i 5 Stelle si sono opposti e dopo settimane di stallo nei giorni scorsi, visto l’orientamento di Salini a rinnovare solo le reti nominando i responsabili delle nuove direzioni di genere, il capogruppo dem al senato Andrea Marcucci aveva alzato al voce: «Salini faccia subito le nomine ai Tg e alle reti o ammetta di non essere in grado». Ma i Tg possono attendere: l’ad ha preferito rinviare il match interno alla maggioranza.

Nel frattempo però il Pd guadagnerà la rete ammiraglia con lo spostamento da Raitre a Raiuno di Stefano Coletta, cui viene affidata la direzione Prime time, cioè l’intrattenimento della prima serata. E per la terza rete viene indicata Silvia Calandrelli (anche lei gradita al Pd) che sarà responsabile dell’intrattenimento culturale (di fatto una conferma: era a Rai cultura).

Ecco dunque che la Lega, s’infuria, essendo stata scalzata dalla prima rete la direttrice Teresa De Santis, che oggi non sarà accanto ad Amadeus nella conferenza stampa di Sanremo. Il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, resta al suo posto ma ai salviniani non basta. E evidentemente non si accontentano nemmeno del nuovo profilo tutto di destra del secondo canale: a Raidue arriva Ludovico Di Meo. Di destra sì, ma in quota Giorgia Meloni, alleata e allo stesso tempo concorrente di Salvini. Di Meo sarà anche responsabile della direzione Cinema e Serie tv.

E ancora, per quanto riguarda le nuove direzioni previste dal piano industriale di Salini, il Coordinamento dei generi andrà a Angelo Teodoli; la direzione Rai documentari a Duilio Gianmaria; il Dai time a Franco Di Mare (era in corsa per Raitre, quota 5S). E ancora, a Luca Milani Rai Kids mentre Eleonora Andreatta resta alla Fiction, che dirige da 8 anni. Alla guida della Distribuzione arriva Marcello Ciannamea. La delicata casella della direzione Approfondimenti giornalistici – per la quale si è fatto il nome del direttore di Rainews Antonio Di Bella – resta da riempire. Probabilmente si cercherà un’intesa complessiva con i Tg.

La palla oggi al cda, il cui voto comunque per quanto riguarda reti e generi non è vincolante. Il consigliere di Fdi Giampaolo Rossi già plaude alle scelte di Salini, mentre il consigliere eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà, chiede che si voti sui singoli nomi e non sull’intero pacchetto. Concorda Federico Fornaro, di Leu, che di fronte alla nuova spartizione commenta: «Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio e di maggiore indipendenza da parte dell’amministratore delegato».

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