Internazionale

Raduno pro Israele: un uomo spara a un contestatore

Raduno pro Israele: un uomo spara a un contestatoreManifestanti pro-Palestina durante una protesta nell'ultimo giorno della Democratic National Convention a Chicago – Olga Fedorova/Ansa

Stati uniti Trentunenne ferito in Massachusetts: accusava i sostenitori di Tel Aviv di difendere il genocidio. Arrestato l'aggressore

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 15 settembre 2024

È agli arresti Scott Hayes, un manifestante pro Israele che ha picchiato e sparato allo stomaco un uomo di 31 anni in seguito a una colluttazione avvenuta a Newton, in Massachusetts. Hayes, 47 anni, originario di Framingham, è accusato di percosse e aggressione con arma pericolosa.

L’uomo stava partecipando a un raduno a sostegno del governo di Tel Aviv quando, dal lato opposto della strada, una persona ha cominciato a contestare l’iniziativa, incolpando il gruppo di manifestanti di difendere il genocidio a danno dei palestinesi. Ne è scaturito un violento litigio: Hayes ha estratto la pistola e sparato al trentunenne, che ora è in cura in un ospedale locale in condizioni critiche.

Il sindaco di Newton Ruthanne Fuller ha definito l’episodio un «incidente spaventoso», mentre il deputato Jacob Auchincloss, rappresentate del quarto distretto congressuale del Massachusetts, ha dichiarato in un post su X che «la violenza nel discorso politico non è mai accettabile».

Dallo scorso aprile negli Stati uniti c’è stata un’intensa ondata di proteste, a cominciare dalla Columbia University dove gli studenti hanno occupato il cortile per contestare il sostegno del governo americano a Israele e condannare la guerra in corso nella Striscia di Gaza. L’ondata di contestazioni si è poi estesa a macchia d’olio a molte altre università come Yale, Berkeley e l’Università della California.

Amnesty International Usa ha condannato la repressione delle manifestazioni da parte delle amministrazioni universitarie e della polizia. Guardando all’aggressione di giovedì sera, negli Stati uniti il discorso continua a essere teso e polarizzato sull’offensiva in corso nella Striscia e nei Territori palestinesi occupati, uno dei temi chiave delle prossime elezioni del 5 novembre.

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