Uno dei torti che potremmo fare alla raccolta d’interventi di Giovanni Raboni, Meglio star zitti? Scritti militanti su letteratura cinema e teatro (Mondadori «Oscar Moderni», a cura di Luca Daino, pp. 488, e 15,00), è di considerarla solo come un libro di stroncature. Scopo del volume, scrive il curatore nell’elegante introduzione, è invece «colmare la sfasatura che si è aperta tra l’effige raboniana meglio conosciuta e la realtà del suo multiforme impegno quotidiano, e insomma fra la silhouette canuta e angelicata del Raboni raffinato poeta e acuto esegeta di versi e la sua identità di pubblicista, di intellettuale engagé». Del...