La redazione consiglia:
Madame, squarci di vita con autotuneCon il suo inconfondibile flow biascicato e ritmicamente sconnesso, Madame ritorna sul mercato discografico, dopo l’ottimo riscontro del brano Il bene nel male a Sanremo 2023, con l’album L’amore, 14 tracce stratificate e variopinte che certificano una sorprendente quanto attesa maturità, nonostante la vicentina abbia da poco superato i vent’anni. Con una scrittura in grado di forgiare testi di rottura, una libertà giocosa di esplorare i limiti delle strofe (sfondando tutte le convenzioni), Francesca Calearo non ha timore di pensare «in grande» ma soprattutto di scrivere un disco che declina in forma canzone tutte le facce dell’amore con una sana sfrontatezza non certo dovuta all’età ma alla piena consapevolezza del proprio potenziale.Atmosfere futuristiche, beat oldschool e inaspettate influenze cantautorali

SOSPESO fra suoni futuristici, beat old school ma anche inaspettate influenze cantautoriali (De André su tutti in Per il tuo bene) e addirittura giocando con i caldi ritmi della bossa nova come nel brano Nimpha – La storia di una ninfomane. Aperto dal bellissimo manifesto emozionale Come voglio l’amore, il disco è quasi un concept album sulle storie d’amore non convenzionali grazie alle splendide liriche dove Madame, ancora una volta, si conferma autrice sopraffina in grado di verbalizzare il tormento e l’estasi del corpo e dell’anima. Un’inclinazione già esplorata, anche nella sua crudezza, già nel precedente omonimo album di due anni fa.

FOCALIZZANDO la sua ricerca di scrittura sul corpo come unico possibile tramite per l’autodeterminazione e la conoscenza di se, la cantautrice spazia fra introspezioni transgender crude e senza filtri (Donna vedi), squarci di vite segnate dalle violenze domestiche (Quanto forte ti pensavo) per poi passare alla delicatezza quasi impalpabile di una poesia in musica come Milagro – A Matilde. Musicalmente, Madame si affida all’esperienza di produttori come l’ormai brandizzato Dardust, Shablo e Chris Nolan che le assicurano non solo un variopinto ventaglio di sonorità, ma anche la libertà di eseguire le sue acrobazie vocali e di scrittura senza gabbie o restrizioni.
Spaziando dall’elettropop urban a ballad per piano che, alternativamente, ricordano le produzioni di Mark Ronson e Ludovico Einaudi, in tutte le canzoni dell’album non può non mancare l’autotune ma, come già accaduto in passato, per Madame non si tratta di un mezzuccio per correggere claudicanti intonazioni ma di una vera e propria appendice dell’anima e dell’emotività.