Quarant’anni di cinema indipendente, il Sundance si guarda dentro
Cinema Al via domani il festival statunitense, tra grandi ritorni e rinnovamenti. Soderbergh, Linklater, Smith, Schimberg i più attesi; un premio per Nolan
Cinema Al via domani il festival statunitense, tra grandi ritorni e rinnovamenti. Soderbergh, Linklater, Smith, Schimberg i più attesi; un premio per Nolan
Tra i caucus dell’Iowa e le primarie del New Hampshire (che quest’anno coincidono con l’annuncio delle nomination per gli Oscar, il 23 gennaio), il Sundance Film Festival si appresta a festeggiare il quarantesimo compleanno. Con un programma popolato per il 40 percento di esordienti, il festival di Park City, che si inaugura giovedì, è come al solito un misto di incognita totale e di déjà vu. In quella che dovrebbe essere la prima edizione «oltre» la pandemia, dopo quella di transizione del 2023, si ritrovano in realtà alcune delle misure speciali introdotte l’anno scorso dal nuovo Ceo dell’Istituto, Joana Vicente – meno film in competizione (solo dieci per ciascuno dei quattro concorsi), niente Virtual Reality e allestimenti per la sezione Frontiere (ristretta a un paio di titoli) e un «gala fundraiser» d’apertura per soli ospiti di alto profilo, in cui quest’anno verrà conferito un premio a Christopher Nolan che debuttò al Sundance nel 2001, con Memento, dopo che il suo primo film, Following (1998) era stato rifiutato dal festival di Redford ma aveva trovato posto nel programma del suo concorrente locale, Slamdance.
Tra gli altri premiati nella serata ci saranno la regista sceneggiatrice di Past Lives, Celine Song, e la documentarista cilena Maite Alberdi. Torna anche l’ibrido di fruizione in presenza e online – con la possibilità di vedere un buon numero dei film selezionati nel festival sul divano di casa, a partire da mercoledì 24 gennaio. Poco gradita a molti distributori e agenti di vendita, la visione da remoto non è però prevista per alcuni dei titoli più attesi. Difficile dire se il buco di un anno creato dalla pandemia, la possibilità di respirare l’aroma indie del Sundance anche da lontano o i prezzi esorbitanti dei condo di Park City (con meno di 300/400 dollari a notte non si dorme) abbiano determinato un calo delle vendite dei pass (il full access per la seconda settimana costa comunque $4,000; per una scelta di 10 film in tutto il festival sono $850) ma, in un cambiamento che riflette tagli della spesa, la griglia di programma prevede una diminuzione delle repliche a Park City e
un aumento di quelle nei cinema di Salt Lake City (dove i costi sono minori). Con il risultato che, dopo il 23 gennaio, due delle sale storiche e più capienti del festival, l’Eccles e il Prospector, non saranno utilizzate. Sono state invece completamente eliminate le due sale temporanee tradizionalmente ospitate all’ex hotel The Yarrow (oggi parte della catena Double Tree). In questo clima di riassetto, l’edizione 2024 – sui cui si scommette per una ripresa del mercato indie, che nel 2023 era stato abbastanza catastrofico – è la prima firmata dal nuovo direttore del festival, Eugene Hernandez, fondatore di «IndieWire» ed ex direttore esecutivo del New York Film Festival; e include, nella seconda settimana, una serie di proiezioni di titoli del passato in onore dell’anniversario.
ANCHE LA LINEUP dei nuovi film prevede il ritorno di autori che hanno fatto storia a Park City. Insieme a Nolan, tornano a Sundance anche Steven Soderbergh (la sua prima volta fu Sesso, bugie e videotape) e Richard Linklater (esordì a Park City con Slacker). Il primo con Presence, un thriller scritto da David Koepp, e interamente ambientato in una casa in cui strane presenza agitano una famiglia. Mentre Linklater porta al festival la prima americana del suo magnifico Hit Man ma anche un episodio di una serie documentaria a tre mani, God Save Texas, prodotta da Alex Gibney e tratta dal libro omonimo di Lawrence Wright. Il soggetto dell’episodio di Linklater è il sistema carcerario dello stato della stella solitaria. Le registe texane Iliana Sosa e Alex Stapleton hanno invece rispettivamente lavorato sulla comunità messicana di El Paso e sull’impatto dell’industria del petrolio a Huston. Sempre tra le serie, c’è molta curiosità per Conbody VS Everybody, di Debra Granik, che da otto anni (è la cifra magica dopo la quale un detenuto si considera riabilitato) lavora alla storia di Coss Marte, ex pregiudicato che ha creato una palestra modellata sugli esercizi che faceva in cella, e dove i trainer sono ex detenuti come lui.
TRA I LUNGOMETRAGGI più anticipati nel programma messo insieme da Hernandez insieme al direttore della programmazione Kim Yutani, c’è A Different Man, di Aaron Schimberg (Chained for Life) in cui un aspirante attore perde il ruolo della vita dopo essersi sottoposto a un intervento medico per cambiare aspetto. È dedicato ai Devo l’ultimo documentario di Chris Smith (American Job e il bellissimo Jim e Andy), mentre la coppia Anna Boden e Ryan Fleck (Half Nelson, a Sundance 2006 e, molto più recentemente, Capitain Marvel) è nella sezione Premieres con Freaky Tales, quattro racconti interconnessi sullo sfondo della californiana Oakland nel 1987. Darren Aronofsky (π – Il teorema del delirio esordì a Sundance 1998) è il produttore di Little Death, nella sezione meno addomesticata, Next, mentre I Saw The TV Glow, il nuovo film di Jane Schoenbrun (We Are All Going to the World’s Fair) è nel programma di Mezzanotte, come anche il nuovo horror della regista inglese di Santa Maud, Love Lies Bleeding. Nuovi film anche per i due autori di Truffle Hunters, Michael Dweck e Gregory Kershaw (in concorso documentario con Gaucho Gaucho), Sally Aitken (anche lei tra i doc, con Every Little Thing) e Jesse Moss/Amanda McBaine (Girls State).
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