In questo libro (così si legge nella bella introduzione di Francesco Biagi), Lefebvre descrive lo spazio come prodotto sociale. Non si producono «cose nello spazio» ma lo spazio stesso, entro cui esse prendono forma. Il capitalismo ha colonizzato lo spazio esistente, in funzione della produzione e della fantasmagoria delle merci. Anche il tempo viene misurato in valore, secondo la velocità con cui le distanze sono percorse: «Il capitalismo si è conservato estendendosi allo spazio intero». LO SPAZIO COSTRUITO dal capitale tende a cancellare la distinzione fra tempo di lavoro e tempo di vita, uniformati in un unico tempo di produzione....