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Premio Loano e quell’istinto di narrare

Premio Loano e quell’istinto di narrareBeppe Barra

Eventi Dal 26 al 28 luglio, un fitto carnet di appuntamenti concerti e interviste pubbliche ai protagonisti

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 luglio 2023

C’è un’altra Italia della musica che non ha timore di rivendicare una storia passata fatta di catene generazionali, e consapevole che senza memoria davvero non c’è futuro. Ma è una memoria ben distinta dalla insipienza identitaria propagandata dalla nuova destra ove le identità, supposte come astoriche e immutabili, essenzialmente servono per randellare gli altri, in genere i più fragili. L’altra Italia della musica che tiene assieme memoria, presente e indizi vibranti di futuro si ritrova ogni anno a Loano, nel Ponente ligure. Esiste da quasi vent’anni il Premio per la musica tradizionale di Loano, e il termine “tradizione” qui è da intendersi esattamente come lo intendeva uno che di faccende musicali si occupava parecchio, Gustav Mahler: custodia di braci accese, non urna di ceneri gelide da presidiare col rancore.

Dal 26 al 28 luglio, dunque, un fitto carnet di appuntamenti concerti e interviste pubbliche ai protagonisti, tre giorni che fanno il punto sullo “stato dell’arte” della musica di tradizione e di innovazione assieme in Italia, il rovescio secco del campanilismo di maniera: e la dizione “premio” nella rassegna indica immediatamente che ogni anno una corposa giuria di critici ascolta, seleziona e premia quanto di meglio e più vivo si muove in questa musica di confine che spazia tra i tempi.

IL PREMIO, racconta Jacopo Tomatis, musicologo e giornalista direttore artistico della tre giorni, “Celebra quell’ “istinto di narrare” che accompagna gli esseri umani fin dalla notte dei tempi, e lo fa presentando alcuni dei migliori progetti musicali dell’anno precedente la premiazione, tutti accomunati dalla voglia e dall’urgenza di raccontare storie, storie che arrivano dal passato, e rivolgono le orecchie al futuro”. Significativa coincidenza, ad aggiudicarsi assieme Premio per il disco dell’anno e Premio Giovani è Rachele Andrioli con Leuca, esordio solistico. Una cantante salentina di poderosa espressività (guida anche un coro di quaranta donne), che maneggia con una sapienza sciamanica voce, tamburi, chitarra, elettronica. Sul palco giovedì sera, 27, al pomeriggio intervista pubblica al Giardino del Principe.

Nello stesso giorno peraltro intervista pubblica e concerto anche per Ettore Castagna, musicista, antropologo, scrittore, secondo posto con il notevole Eremìa, quarant’anni di ricerche, libri, concerti, feste in calabrese, in greco, in arabo, l’atavica lira calabrese tra le braccia. Il premio Loano – Fondazione A. Mari se l’è aggiudicato la musicista, ricercatrice, etnomusicologa e specialista di coreutica popolare Placida Staro, intervista e concerto venerdì 28 luglio, medesima sera dell’esibizione di Teres Aoutes String Band. Il Premio, s’è detto, inizia però mercoledì 26: con l’omaggio di Giuseppe “Spiedino” Moffa, tra blues e folk, al poeta molisano Eugenio Cirese, anche per lui intervista e concerto serale, e il ritorno sul palco del gran signore del folk e del teatro partenopeo Peppe Barra, a presentare Cipria e Caffè, il suo disco più recente. S’è aggiudicato un terzo posto ex aequo in bella compagnia con la palpitante e innovativa compagine sarda al femminile Le Balentes, con il disco Inghirios.

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