Pochi soldi e idee: chiude il calcio mercato
Sport Ronaldo, Lukaku, Donnarumma, Hakimi: le stelle volano altrove e il campionato perde appeal ma acquista in incertezza. Fra debiti e mancati introiti, la serie A si misura con un incerto futuro
Sport Ronaldo, Lukaku, Donnarumma, Hakimi: le stelle volano altrove e il campionato perde appeal ma acquista in incertezza. Fra debiti e mancati introiti, la serie A si misura con un incerto futuro
Le ultime ore a conferma del trend di due mesi tra prestiti, scambi, taglio agli stipendi, rose ridotte, cessione dei migliori, finiti soprattutto in Premier League. Il mercato estivo è finito. Pochi soldi, se possibile ancora meno idee. Cristiano Ronaldo al Manchester United nell’ultima settimana, un po’ prima Lukaku al Chelsea, poi Donnarumma e Hakimi al Paris Saint Germain: il meglio della passata stagione è lontano, le riserve economiche, soprattutto dei top club, sono esaurite e non solo per la pandemia. La Serie A insomma ha perduto ancora di più valore poche settimane dopo l’exploit della nazionale italiana a Euro 2020. A inizio luglio c’era stata l’illusione, con il ritorno in panca del meglio degli allenatori italiani, Allegri, Spalletti, Sarri e pure la ricomparsa in Italia di Josè Mourinho e il suo impatto mediatico, poco scalfito dagli insuccessi al Tottenham.
INVECE la corsa all’indietro ha toccato praticamente tutti i club di prima fascia: nessuna si è potenziata, alcune si sono impoverite. E nessuna ha neppure pianificato per il futuro. I due successi in campionato hanno sollevato l’animo dei tifosi dell’Inter campione d’Italia, tra Dzeko, Calhanoglu, Correa, l’impatto di Simone Inzaghi in panchina. Ma i conti e presto anche il campionato potrebbero mostrare che la perdita contemporanea di Antonio Conte, Lukaku e Hakimi portano (oltre a tanti soldi in cassa) all’indiscutibile ridimensionamento del club meneghino, poiché il Gruppo Suning, su imposizione di Pechino, non può più investire con forza nel calcio occidentale, in attesa di qualche compratore. E come l’Inter, anzi peggio, la Juventus, che ha avuto la fortuna di potersi liberare dell’ingaggio poco sostenibile di Ronaldo (31 milioni annui), finito al Manchester United, con perdita a bilancio da 15 milioni per la famiglia Agnelli. La Juve per una questione di risorse (dopo due aumenti di capitale da 700 milioni) ha dovuto sterzare, rinunciare anche al ritorno di Pjanic dal Barcellona, puntando su una piccola colonia di giovani, dagli azzurri Locatelli a Kean, senza colmare lacune in difesa, mediana e attacco orfano di Ronaldo: anche in questo caso il ridimensionamento tecnico è evidente. E’ andata meglio al Milan che torna in Champions, tra perdite importanti (Donnarumma, Calhanoglu) e arrivi di qualità come Giroud, scrivendo anche la favola del brasiliano Messias, dall’Eccellenza al Crotone, fino ai rossoneri nell’ultimo giorno di mercato. Impensabile sino a un paio di anni fa, così come sarebbe stato impensabile ipotizzare gli ultimi giorni di mercato con club che si scambiano calciatori, soprattutto attaccanti, solo per trovare la giusta alchimia finanziaria e non pagare stipendi in più.
IN QUESTO CONTESTO forse si salvano l’Atalanta e la Lazio: i bergamaschi, con l’arrivo del centrocampista olandese Koopmeiners e la conferma della rosa che Gasperini ha reso grande, sono seriamente candidati a una poltrona per il titolo e forse lo è anche la nuova banda Sarri, sei punti e nove gol in due partite, che accoglie Zaccagni dal Verona dopo Pedro dalla Roma, la ricompensa alla partenza di Correa verso l’Inter. Eppoi, la Roma di Mou, tra quelle che escono meglio dalla campagna trasferimenti, che non acquista il regista d’esperienza richiesto dallo Special One ma che forse ha piazzato il colpo del mercato, la punta inglese Abraham ex Chelsea, che si è riservato la recompra a 80 milioni di euro. Ha speso nulla (Juan Jesus a zero, il mediano – ex Fulham – Anguissa in prestito) anche il Napoli, che non ha debiti, non ha impegni con le banche ma che si tiene stretto il tesoretto da 100 milioni nelle casse societarie. E poco o nulla hanno potuto investire anche le società in arrivo dalla Serie B, dal Venezia alla Salernitana, mentre, come al solito, Genoa, Cagliari (presa la punta Keita) e Samp (in extremis, Caputo dal Sassuolo) hanno rivoltato la rosa nelle ultime 24 ore di trattative. Quindi, poche idee, molte confuse, nella versione più deludente dell’ultimo decennio. Ora, anzi tra una decina di giorni dopo gli impegni delle nazionali, tocca al campo e non tutti hanno gioco e visione societaria come l’Empoli…
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