Pnrr, tutto il potere a Palazzo Chigi
Il caso Un decreto del consiglio dei ministri attribuisce alla Presidenza del Consiglio il coordinamento strategico e svolge l'interlocuzione con la Commissione europea. Palazzo Chigi potrà esercitare i poteri sostitutivi . La logica commissariale diventa sistema.
Il caso Un decreto del consiglio dei ministri attribuisce alla Presidenza del Consiglio il coordinamento strategico e svolge l'interlocuzione con la Commissione europea. Palazzo Chigi potrà esercitare i poteri sostitutivi . La logica commissariale diventa sistema.
L’altro decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri ha varato la cabina di regia del «Piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr) spostando tutto il potere verso la Presidenza del Consiglio. In questo modo Palazzo Chigi assumerà il «coordinamento strategico» e parlerà direttamente con la Commissione europea, la guardiana dei tempi e dei tanti denari stanziati nella speranza che una «crescita» ci sia.
I tempi di attuazione di un formidabile piano di neoliberalizzazione dell’economia italiana sono alquanto ristretti e già si sa che in alcuni casi non saranno rispettati: il 2026. «Noi dobbiamo discutere su quella scadenza» ha ricordato il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Sulla nota dolente è già aperto un tavolo con Bruxelles, già riempiuto dalle bozze sul «piano di stabilità» e sui cambiamenti alle regole sugli aiuti di stato.
Nell’ottica del governo emergenziale imposta nei fatti dalla logica del Pnrr saranno dunque rafforzati i poteri sostitutivi dell’esecutivo nel caso di mancati adempimenti da parte di Regioni e Comuni. Ai commissari sarà dato lo stesso potere di quelli «straordinari delle grandi opere». Che cosa, come, e dove «velocizzare», in nome del decisionismo, lo si vedrà cammin facendo.
Il governo è intervenuto anche sulle «unità di missione» nei singoli ministeri oggi vincolate ai dirigenti incaricati fino al 2026. Se non rispetteranno le volontà centrali le loro competenze saranno trasferite «ad altra struttura di livello dirigenziale». Previsti anche tempi «più veloci» sulle autorizzazioni degli impianti che sfruttano fonti rinnovabili. Sui beni culturali una soprintendenza speciale supplirà alle competenze sull’archeologia, sulle belle arti e sul paesaggio. Ci sarà un’«agenzia per la gioventù» che pare un duplicato del dipartimento che si occupa del servizio civile. Il decreto prova infine a risolvere i problemi sull’edilizia scolastica che non rispetta i tempi stabiliti.
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