La violenza neofascista contro gli studenti davanti al liceo Michelangiolo a Firenze venerdì scorso ha creato un problema in casa al governo Meloni. Invece di condannare l’aggressione, ieri il ministro dell’Istruzione «e del merito» Giuseppe Valditara ha attaccato la stupenda lettera scritta da Annalisa Savino, preside del liceo Leonardo Da Vinci a Firenze, a sostegno di un’idea di scuola democratica, antifascista e gramsciana. E ha censurato la dirigente scolastica che ieri ha preferito restare in silenzio per «non alimentare» la «sovraesposizione mediatica» su «questioni che, seppur attinenti alla scuola e al suo ruolo nella società, tuttavia diventano facile oggetto di polemica e strumentalizzazione». Agli studenti è arrivato «un messaggio forte e chiaro. Non c’è niente da aggiungere».

«IL FASCISMO in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti – ha scritto Savino citando il Gramsci di “Odio gli indifferenti” – Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé».

È LA NUOVA LETTERA di una professoressa. Netta, sentita e originale. Ha offerto ai fortunati studenti ai quali è stata indirizzato, e ormai non solo a loro, uno sguardo profondo su ciò che siamo oggi. Inoltre offre un’interpretazione storicamente adeguata al confusionismo storico sui «totalitarismi» e sugli «opposti estremismi». La sua politicità ha scatenato la reazione di Valditara che ha ravvisato nel testo, in fondo, una lettura dissonante a quanto lui stesso, prolifico scrittore di circolari, ha scritto sulla storia italiana tra ottobre e novembre 2022.

«È UNA LETTERA del tutto impropria – ha detto Valditara ieri mattina in una trasmissione televisiva – Mi è dispiaciuto leggerla, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il fascismo». Poi ha alluso a possibili provvedimenti disciplinari: «Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure» ha aggiunto. «Di queste lettere non so che farmene, sono lettere ridicole, pensare che ci sia un rischio fascista è ridicolo».

POI È ARRIVATO il consueto rovesciamento vittimistico per cui il diritto alla critica davanti a un episodio di violenza squadrista analizzata dal testo della circolare sarebbe diventato, con un salto logico e politico, la sponda a «un attacco alla libertà di opinione», «trasformando la polemica in una campagna di odio, delegittimazione e falsificazione talvolta della realtà. Vanno prese per quello che sono: propaganda. Chiedo ai partiti dell’opposizione maggiore responsabilità. E intanto mi aspetto solidarietà anche dalla preside che ha scritto la missiva» ha detto Valditara.

L’OPERAZIONE RETORICA non sembra essere riuscita, considerata la valanga di indignazione prodotta da queste parole. «La velata minaccia di future misure disciplinari – ha detto Gianfranco Pagliarulo (Anpi) – è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel paese. Va riconosciuta senza dubbio al ministro solidarietà per le minacce ricevute. Ma il suo rumorosissimo silenzio davanti all’aggressione subita dagli studenti di Firenze è una prova di parzialità francamente sconcertante da parte di un ministro della repubblica antifascista».

IL «CLIMA DI AUTORITARIA intolleranza» è stato rilanciato dallo striscione, poi rimosso, davanti al liceo da Vinci da parte di esponenti di estrema destra. «Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare». In rete è girata la foto dove si brucia la lettera della preside. «Lo striscione minatorio, poco prima della censura del ministro Valditara è un fatto grave e pericoloso – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – Le parole di Valditara sono gravissime: si scusi o di dimetta». Ieri la Digos ha perquisito le case dei sei esponenti di estrema destra, tra i 16 e i 21 anni, indagati per violenza privata aggravata e lesioni per l’aggressione al Michelangiolo. In caso di processo il liceo si costituirà parte civile.

LE DESTRE di maggioranza hanno difeso Valditara, mantenendo la linea. Le opposizioni hanno condannato un ministro che è sembrato reticente sull’aggressione agli studenti ma ha stigmatizzato una preside che ha invitato «ad aprirsi al mondo nei momenti di incertezza». «Di improprio c’è solo lui» hanno detto dal Pd a +Europa, dall’Alleanza Verdi Sinistra a Azione-Italia Viva. A Valditara è stato chiesto di riferire in aula. Da molte parti sono giunte richieste di presentare mozioni di sfiducia, se ci fossero i voti. La linea è per ora: «Si scusi, o si dimetta».

Priorità alla scuola: decine di migliaia di firme a sostegno della preside in poche ore

«Sosteniamo la preside Annalisa Savino, minacciata dal ministro Valditara». Questo è il titolo dell’appello online lanciato ieri dal movimento «Priorità alla scuola». In poco meno di sei ore aveva già raccolto oltre 36 mila firme. «Abbiamo dato voce all’indignazione crescente rispetto all’aggressione fascista al liceo Michelangiolo. Lavoriamo insieme ad altre associazioni e gruppi democratici e antifascisti, realtà politiche e sindacali, che hanno risposto alle intimidazioni del ministro. Ci incontreremo nei prossimi giorni per lanciare una grande mobilitazione a Firenze».