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Per Obama al Congresso il clima si fa pesante

Per Obama al Congresso il clima si fa pesanteBarack Obama dopo il discorso tenuto alla conferenza sul clima di Parigi – LaPresse

Usa Per i repubblicani l'ambiente non è una priorità. Così le promesse fatte dal presidente statunitense alla Cop21 si infrangono subito contro il no della Camera alle norme che limitano le emissioni di gas nocivi. In questo modo anche la campagna elettorale si surriscalda

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 3 dicembre 2015

La Camera dei Rappresentanti di Washington ha votato due risoluzioni, già passate al Senato, in contrasto con le norme volute dalla Environmental Protection Agency, l’agenzia per la tutela dell’ambiente, norme finalizzate a limitare del 30 per cento, nell’arco di 15 anni, le emissioni di gas a effetto serra e ad implementare leggi più rigorose per le future centrali termiche. Questa votazione arriva poche ore dopo il discorso di Obama a Parigi durante il summit per il clima Cop21, dove Obama aveva dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero guidato gli sforzi dei paesi in cerca di una risposta globale al cambiamento climatico.

«C’è bisogno di un programma a lungo termine» aveva detto il presidente statunitense nel suo discorso di Parigi, ma il voto della camera manifesta come Obama non possegga il pieno sostegno del suo governo in materia di politica climatica.

Le due leggi son passate rispettivamente con 242 voti favorevoli e 180 contrari e 235 voti contro 188, dopo esser state approvate dal senato con un margine identico di 52-46, segnalando comunque che i leader del congresso repubblicani non sarebbero in grado di raccogliere la maggioranza dei due terzi necessaria per una sostituzione.

Obama porrà il veto a queste due risoluzioni ma resterà la prova della distanza sulle questioni interne tra Obama e il Congresso e della difficoltà nel mantenere le promesse fatte a Parigi sulla riduzione dei gas e il sostegno politico ed economico all’utilizzo di energie alternative.
Il problema del passaggio di consegne alla casa banca previsto tra un anno, era già sorto durante il summit di Parigi, durante la conferenza stampa Obama aveva dovuto rispondere più volte a domande inerenti al futuro delle posizioni americane in tema di politica climatica durante la prossima amministrazione che, se in mano ai repubblicani, lascia poche speranze alla difesa dell’ambiente.

Nelle stesse ore dai banchi repubblicani non arrivavano voci confortanti, come quella del senatore del Wyoming, John Barrasso, che, in un’intervista, ha affermato: «L’ambiente non è assolutamente una priorità per il popolo americano, mentre lo sono il lavoro, l’economia e la sicurezza interna».
Questo scontro pubblico tra il presidente degli Stati Uniti e il congresso a maggioranza repubblicana si inserisce nel quadro di una campagna elettorale cominciata da mesi, inasprendo ulteriormente un rapporto che non è mai stato idilliaco.

I campi dove si sono scontrati in questi mesi la Casa bianca e il congresso sono stati spesso unicamente funzionali alla campagna elettorale, come l’Obamacare su cui il senato in questi giorni sta considerando un disegno di legge che ne abroghi le parti principali e tolga fondi ai consultori; questa mossa ha l’unico scopo di portare Obama a mettere un veto e di dimostrare all’elettorato repubblicano che i loro rappresentanti non si sono rassegnati all’Obamacare.

Altro terreno di scontro elettorale è quello inerente alla sicurezza interna e al rapporto con i rifugiati siriani, la cui accoglienza tanto i candidati democratici, quanto il presidente in carica, non mettono in discussione, mentre i repubblicani cancellerebbero immediatamente il programma. Su questo argomento molti governatori, come quello del New Jersey candidato alle primarie del suo partito, Chris Christie, hanno dichiarato che il loro stato non accetterà nessun rifugiato siriano, «nemmeno un bambino di 5 anni orfano», ha tenuto a precisare Christie.

Questa dichiarazione ha poco spazio di attuazione in quanto anche se è vero che per cambiare residenza un rifugiato deve chiedere di essere accettato nei diversi stati dell’unione, è altrettanto vero che nessuno può impedirgli di viaggiare all’interno degli Stati Uniti.
Mosse di propaganda, quindi, che vengono agite allo scopo di evidenziare la spaccatura tra i due partiti, e sul tema dell’ambiente ciò è ancora più evidente. Se per i repubblicani questo non è una priorità, per i democratici, lo è, in quanto, come afferma Bernie Sanders, il rivale principale di Hillary Clinton alle primarie democratiche, non esistono suddivisioni tra i temi dell’economia e quelli dei diritti civili, dell’ambiente e del lavoro; privilegiando un tipo di economia rispetto a un altro meno sostenibile a livello ambientale, si garantiscono anche meno diritti ai lavoratori delle classi più deboli, che nella società americana sono rappresentati dalla popolazione nera.

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