Essere antispecisti significa comprendere che la forma più radicale di eguaglianza è quella ontologica. Su questo piano le differenze di luogo, di epoca, di genere, di età, di professione, di etnia, diventano declinazioni diverse, legittime e arricchenti, dell’identità che accomuna gli enti, dell’olos dentro l’oikos, dell’intero dentro il mondo. LA CONSAPEVOLEZZA di tale condizione sta a fondamento anche del numero 33 di Liberazioni. Rivista di critica antispecista (Associazione Culturale Liberazioni, pp. 108, euro 6). Uno dei suoi testi, a firma di Terike Haapoja e Laura Gustafsson, dà voce al bestiame che rivolgendosi agli umani dice loro: «Eravate solo un incidente...