Pd Campania, tutt’a posto
Primarie De Luca vince, ora da Roma a Napoli la parola d’ordine è unità. Ma se vincerà non potrà entrare in carica. Con il 52 per cento vince il sindaco (decaduto) di Salerno. Il Nazareno fa buon viso. Cozzolino accetta la sconfitta. Ma c’è chi ha votato quattro volte
Primarie De Luca vince, ora da Roma a Napoli la parola d’ordine è unità. Ma se vincerà non potrà entrare in carica. Con il 52 per cento vince il sindaco (decaduto) di Salerno. Il Nazareno fa buon viso. Cozzolino accetta la sconfitta. Ma c’è chi ha votato quattro volte
«Ribadisco il ringraziamento alla segreteria nazionale del Pd per l’atto di fiducia verso la Campania»: Vincenzo De Luca, il giorno dopo la vittoria alle primarie per decidere lo sfidante di Stefano Caldoro alle prossime regionali, rende omaggio alla direzione del partito che, decidendo di non imporre un candidato «di superamento» (Gennaro Migliore prima, Luigi Nicolais dopo) ha di fatto aperto le porte alla vittoria del sindaco decaduto di Salerno. L’eurodeputato Andrea Cozzolino si ferma al 43% contro il 52 di De Luca, al socialista Marco Di Lello appena il 5 (dati provvisori).
Primarie sotto osservazione per il precedente napoletano del 2011 e per i veleni seguiti alle consultazioni di Roma, Emilia Romagna e Liguria. Per il Pd però è filato tutto liscio; anche se in rete c’è chi racconta di aver votato più volte con lo stesso certificato elettorale; e qualche esponente Udc o fuoriuscito da Fi pure si è visto ai gazebo. Minorenni e migranti (una trentina) si sono registrati una settimana prima della data definitiva, la quarta dopo i tre rinvii. Cozzolino convoca i giornalisti per annunciare che accetta il risultato («non sarò più ricordato come quello che porta i cinesi a votare» commenta), Di Lello invece avrebbe chiesto il riconteggio. Il deputato Guglielmo Vaccaro, nemico di De Luca, insiste: «Inutile ricontare le schede a Salerno, lì non le troveranno».
De Luca ha vinto contro tutti: il partito, a cominciare dal vertice nazionale, gli aveva chiesto un passo indietro ma è prevalsa la certezza di avere la vittoria a portata di mano. Resta il dato della sua eleggibilità ma l’impossibilità di entrare in carica per effetto della Severino, scattata dopo la condanna in primo grado a un anno per il termovalorizzatore di Salerno: la norma è sottoposta al giudizio della Consulta, ma le elezioni sono a maggio, De Luca è pronto a fare ricorso al Tar. In caso di vittoria «ci penseremo da domani» spiega la segretaria regionale Assunta Tartaglione.
Il Pd aveva fissato l’asticella del successo a 100mila votanti, sono stati 157mila. «Ribadisco il mio ringraziamento alle centinaia di volontari che ci hanno aiutato a ripristinare l’immagine sporcata del Pd di Napoli e della Campania» ha aggiunto De Luca. La chiave della vittoria per il sindaco emerito è nella sua capacità di intercettare il voto d’opinione, per molti è il candidato ideale della destra visto il suo piglio da sceriffo, stile Lega: «Abbiamo verificato che è prevalente l’elemento della soggettività, della motivazione, della spinta ideale. Sarà una rivoluzione di civiltà e concretezza». Le priorità: la Terra dei fuochi e la sanità al collasso.
I dati definitivi sono attesi fra la notte e stamattina, ma lo scarto è ampio. Il pieno di voti è a Salerno con il 95% dei consensi, ma la vittoria arriva grazie al testa a testa a Napoli, dove Cozzolino non ha sfondato: 8.620 preferenze contro 6.343. L’eurodeputato è vittima del fuoco (ex) amico del bassoliniano Massimo Paolucci, quello che lo ha crocifisso ai selfie con i cosentiniani. Caserta è stato il campo di battaglia per la conquista dei voti della destra. Anche qui un testa a testa. Il sindaco vince per un’incollatura: 8.583 voti contro i 7.731 di Cozzolino. De Luca porta a casa Avellino, ma va sotto a Benevento. Dopo la sospensione scattata con la legge Severino, il sindaco di Salerno sembrava perdere pezzi tra i sostenitori ma il braccio di ferro sul candidato unitario sostenuto da una maggioranza labile, finito con il ritiro di Migliore, ha ricompattato Areadem su De Luca mentre renziani, dalemiani e lettiani non si sono mobilitati per Cozzolino, che è rimasto solo. «Ci sono le condizioni per un’unica candidatura di centrosinistra» ha spiegato De Luca ma non ha escluso la formazione di liste con cui chiedere il voto «anche di centrodestra».
Cozzolino mostra fair play ma non rinuncia alla stoccata: «Nel salernitano hanno votato a ritmi vertiginosi interi paesi compatti come Agropoli e Minori. A Napoli sono stati pigri, se si fosse prodotta la stessa iperattività avremmo avuto 200mila votanti». Resterà al tavolo delle trattative, potrebbe presentare una sua lista civica per De Luca. A Napoli e Roma la parola d’ordine ora è «unità». Anche Migliore si presenta alla conferenza stampa «tutti insieme dobbiamo battere Caldoro». Da oggi il tormentone saranno le alleanze, il dialogo va da Sel ai centristi, entro il 10 aprile dovrebbe tenersi a Napoli una conferenza con i governatori del sud (potrebbero essere tutti di centrosinistra). Sperando nell’arrivo di Renzi come arma finale.
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