Visioni

Paolo Benvegnù: «Il mio disco seminale dall’estetica punk»

Paolo Benvegnù: «Il mio disco seminale dall’estetica punk»Paolo Benvegnù – foto di Massimiliano Di Stefano

Musica Incontro con il musicista che pubblica oggi una versione riletta - con molti ospiti e tre inediti - di «Piccoli fragilissimi film»

Pubblicato circa un mese faEdizione del 11 ottobre 2024

Era il 2004, l’anno prima si erano sciolti gli Scisma, importante band degli anni tra i ’90 e il 2000, e Paolo Benvegnù esordiva con il suo disco da solista Piccoli fragilissimi film, un gioiello poetico che divenne un culto del nuovo cantautorato. 20 anni dopo, il suo autore lo ripropone in una nuova veste: riarrangiato, risuonato e ricantato e in quest’ultimo aspetto non è da solo. Infatti pubblica oggi – in una versione «Reloaded» gli undici brani dell’album (più tre inediti) in duetti (o featuring) con colleghi di grande spessore: Paolo Fresu & Ermal Meta, Tosca, Malika Ayane, Giovanni Truppi, Piero Pelù, Fast Animals And Slow Kids, La Rappresentante Di Lista, Motta, Appino, Dente, Lamante e agli inediti Max Collini, Giulio Casale, Irene Grandi. «Non avevo nessuna ambizione quando con il gruppo ho fatto quel disco, se non la volontà di esprimermi con dei brani che mi bruciavano dentro».

CHIUSA l’avventura con gli Scisma: «Ho cominciato a scrivere per me, perché ero deluso anche da me. E allora ho analizzato le mie pecche, ho pensato alle cause degli errori e così sono nate queste canzoni». Brani poi messi su disco in versione grezza, quasi punk, ma con una grande urgenza espressiva. «Ascoltandolo adesso si sente che è fatto con dei microfoni in cartongesso – dice il cantautore di origini gardesane, perugino d’adozione – eravamo in una baracca che io chiamavo studio, con strumenti di fortuna, molto sottoproletario, che se vuoi colorarlo d’estetica può essere punk». Dopo 20 anni quel disco nella parte concettuale e lirica conserva, come riconosce anche l’ex Scisma, una sua attualità per i temi affrontati che guardano oltre l’autore e diventano tematiche legate al “noi”. «Quel lavoro – dice – parla della mia sconfitta dell’epoca, della mia presunzione, della mia ambizione stupida e anche di quanto, per certi versi, sia stato importante non avere più nulla, perché noi spesso viviamo in un ruolo: sei un figlio, un fidanzato, un marito, un musicista. Le nostre vite sono figlie di questo ruolo che devi giocare, anche lontano dalla caratteristica personale. E poi Piccoli fragilissimi film conteneva delle profezie, temi che erano già presenti venti anni fa e che ancora oggi subiamo. Affrontava argomenti legati al controllo della tecnologia sulle nostre vite, della velocità del quotidiano che c’era già allora e oggi è maggiore. Se parliamo di piccola divinazione, venti anni fa lo era una frase che dice: “ho visto molti più scoiattoli delle vostre Mitsubishi e Ford” (in Only For You, ndr); significa che stavo prendendo una parte allora non così pressante». Un disco attuale: «Riproporre oggi quell’album non ha un senso anacronistico anche perché la sua sostanza viene offerta in una forma differente.

«L’IDEA È NATA dall’etichetta, la Woodworm, che mi ha sorpreso perché ricordavano quel disco e gli attribuivano un valore alto. Ho proposto la cosa al gruppo e loro si sono entusiasmati lavorando a nuovi arrangiamenti. Sempre l’etichetta ha consigliato di aggiungere degli ospiti. È stata l’idea vincente – ammette il cantautore – perché ha tolto la pesantezza del mio cantare». Ad aggiungere altro valore i tre inediti: due risalenti al passato e un terzo realizzato pochi mesi fa in studio, frutto di elaborazione di una lunga session di registrazione.
A venti anni da quel disco nel 2024 Paolo Benvegnù ha conquistato la sua prima Targa Tenco con È inutile parlare d’amore come album dell’anno. «Lo vivo con stupore – confessa – e ancora non penso sia vero, è una cosa che desideravo tanto e da tempo. Me l’aspettavo all’uscita di Piccoli fragilissimi film, mi avrebbe dato una mano in un momento di difficoltà facendo dei concerti, ma vinse Morgan. Ci speravo nel 2015 per Earth Hotel ma vinse Mauro Ermanno Giovanardi». Ora anche per lui è arrivato il momento di portare a casa il giusto riconoscimento. Al disco farà seguito un tour nel quale sono previsti, a sorpresa, alcuni ospiti che hanno partecipato al nuovo album.

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