Gli anni passano e Materia Degenere cresce: il terzo volume dell’antologia di fumetti al femminile, curato da Matteo Contin – che sin dal secondo numero ne coordina l’edizione – si può pre-ordinare ancora per pochi giorni sul sito di Diabolo Edizioni. Dopo Marco Galli e Tuono Pettinato, per la terza raccolta di storie firmate da giovani artiste il ruolo di guida artistica, e forse spirituale, è interpretato da un altro protagonista del fumetto, Paolo Bacilieri. Riconoscibile nella cover che ospita la milanese Torre Velasca, quello di Bacilieri è, per chi legge fumetti, il pennino che meglio rappresenta la capitale meneghina, non solo nelle sue architetture, ma soprattutto nel mood e nelle atmosfere. In attesa del lancio del libro, che combina con originalità e freschezza erotismo e sogno, gioco e realtà, abbiamo parlato con il curatore e con le autrici.

Matteo Contin, come è avvenuta la scelta di Paolo Bacilieri «anfitrione»?
«Materia Degenere» è un’antologia che vive sempre in equilibrio tra l’omaggio e il saccheggio. Come un ladro che sceglie la casa con più cose da rubare, andiamo sempre a cercare autori con un immaginario ricco e variegato a cui le autrici possono ispirarsi, che possano tradire o depredare, a loro la scelta. Per questo terzo volume l’idea di coinvolgere Paolo Bacilieri è nata a grappolo insieme ad altre due: fare un libro che raccontasse una Milano contemporanea e farlo con autrici che quella città la vivono e l’hanno vissuta. Ne escono fuori cinque tratti della città che trovo molto originali, non scontati e non appiattiti sui luoghi comuni. Questo è anche il modo in cui Bacilieri ci ha insegnato a guardare Milano attraverso i suoi occhi, e la mia speranza è che anche le autrici di Materia Degenere 3 influenzino con le loro storie lo sguardo che abbiamo sulla città.

Come spieghi nell’introduzione, le autrici hanno lavorato e sviluppato alcuni aspetti formali e tematici dell’opera di Paolo Bacilieri. Un suo personaggio-uno Zeno Porno- si aggira tra le pagine in apertura alle storie. Qual è la funzione di questo raccordo, nell’idea tua e di Paolo? Che impressione ha avuto dalle storie?
Bacilieri è ancora all’oscuro di tutto. Ci ha lasciato libero accesso al suo immaginario e noi speriamo di averglielo messo abbastanza in disordine.
La copertina e le cinque illustrazioni interne che portano la sua firma sono quindi fatte alla cieca, ma restituiscono appieno le sue sensazioni nel formar parte di questo progetto. In copertina ci sono uno Zeno Porno minacciato da cinque ragazze e un fantozziano «Paolo Bacilieri subisce Materia Degenere 3» che mi sembrano raccontare con grande ironia questo stato d’animo.
In quarta di copertina invece compare un ragno gigantesco. E chi se lo aspettava! Il soggetto è del tutto inedito per Bacilieri, ed è stata una sorpresa questa sua proposta di far campeggiare in quarta un animale sinistro e pericoloso. Insomma, mi piace pensare che anche quella sia una sorta di reazione all’ «attacco» ricevuto. Gli è toccato tornare, almeno per un istante, più pulp e aggressivo».

Il protagonista del racconto di Giulia Ratti, Rocco, si innamora di un specchio: la storia è al contempo una riflessione sull’edonismo e un tributo a un grande designer, ma come spiega l’autrice «Rocco non è un narciso, non ama la propria immagine riflessa nello specchio, ma prova suo malgrado un’attrazione verso l’oggetto in sé, il celebre specchio «Ultrafragola» di Ettore Sottsass. Questa non è una storia di parafilia, bensì un vero e proprio innamoramento, paragonabile a quello fra due esseri umani. Indubbiamente è un tipo di amore non convenzionale, ma che esiste davvero.

Il caso più celebre è quello di Erika LaBrie, attivista per l’amore oggettuale, che cambiò il suo cognome in Eiffel a seguito del suo matrimonio con la torre simbolo di Parigi. Dopo aver letto Palla di Paolo Bacilieri, narrazione difficilmente classificabile per la sua indecifrabilità, ho fatto alcune ricerche online per scoprire se il sesso potesse escludere il corpo e le risposte che ho trovato sono state davvero inaspettate. Questo lavoro di ricerca mi ha dato al contempo la certezza che oggigiorno la sessualità può forse prescindere dai corpi, ma non da internet». La figura dell’architetto e designer Ettore Sottsass tornerà anche nel penultimo fumetto, Ciao, Vado. Ettore, firmato da Margherita Morotti forse il contributo più filologico, poiché è un estratto biografico della vita del designer e architetto. «Ho scoperto Sottsass da lettrice-racconta Morotti- e a prescindere da quanto ho imparato dopo mi è stato subito, più che altro, umanamente molto simpatico. Credo avesse la bella dote di avere un pensiero su qualsiasi cosa senza per questo voler insegnare nulla a nessuno, ma più come se volesse condividere uno stato di eterno stupore, o perplessità, in una maniera fluviale tutta sua. Leggendolo mi ha trasmesso più nostalgia per i suoi viaggi all’estero che non per la sua vita a Milano, della quale parla più come città ferita del dopoguerra prima, e piccolo centro egoriferito poi. Però è molto chiara una forte curiosità nei confronti dei suoi abitanti, ed è uno degli aspetti sui quali abbiamo più lavorato durante la stesura del fumetto».

Con il racconto di Maria Giulia Chistolini torniamo al gusto surrealista con trasparenze e organizzazione grafica della pagina che rimandano al sogno e ricordano il cinema di Buñuel. L’autrice, che si dice lusingata dall’accostamento, precisa: «Rimanendo in ambito cinematografico, forse assocerei più come immaginario quello di Vera Chytilová, nel suo Le margheritine. Li c’è una poetica molto vicina al sogno, molto surreale, ma allo stesso tempo aggiunge quel fattore goofiness più ironico con cui cerco di conciliare e modernizzare il livello più introspettivo della narrazione».

Fatta eccezione per le insegne e la chat, il fumetto disegnato a matita di Giorgia Rachel Donnan è l’unico muto, ma riusciamo a percepire tensioni e intenzioni dei personaggi; l’autrice sembra aver delegato tutto alla forza dei volumi e alla drammatizzazione di corpi e volti. Lei stessa afferma: «Sono da sempre interessata al disegno e alla pittura, mi esprimo con più naturalezza attraverso le immagini piuttosto che tramite i dialoghi. Mi sono approcciata per la prima volta al mondo del fumetto con Materia Degenere e per me è stata una sfida riuscire a raccontare una storia che fosse scorrevole senza l’utilizzo delle parole, per questo motivo ho scelto di enfatizzare la drammaticità di corpi e volti».

Enigmistica e porno si rintracciano nella lunga carriera bacilierana ed è Claudia Bumbica a raccogliere questo testimone. Giustox, è un notevole mash up che accoglie anche altri elementi lontani da quelli menzionati, per esempio i disegni dei bambini. «Il mio fumetto per Materia Degenere 3, è una rivista di enigmistica che prende ispirazione da FUN e dal primo Bacillieri. L’estetica quindi guarda al porno e al gioco; il fumetto classico, come narrazione con dialoghi nei balloon, non c’è e lascia spazio a una narrazione organizzata in didascalie che va avanti pagina per pagina come un flusso di coscienza.

Sono i miei pensieri o i pensieri di un lettore che sfoglia una rivista. Per quanto riguarda le illustrazioni il racconto funziona allo stesso modo: le immagini, le foto, gli sketch si mischiano in modo libero, senza essere didascalici, affinché il lettore possa creare libere associazioni tra quello che legge e quello che vede, e possa interpretare liberamente la storia, che può diventare la storia di chiunque e non necessariamente la mia. I disegni sono realizzati con tecniche diverse, digitale, pennarelli, collage e hanno la «funzione», se così si può dire, di abbassare i toni della narrazione, di rendere tutto più umoristico o satirico». Magari il ragno bacilierano in quarta non sarà pronto all’attacco, ma la tela è ben tessuta.