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Oslo, attacco nei locali Lgbtqi+: 2 morti e 21 feriti

Oslo, attacco nei locali Lgbtqi+: 2 morti e 21 feritiOslo – Ap

Norvegia L'autore dei delitti avrebbe sparato all'impazzata gridando "Allah Akbar"

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 26 giugno 2022

È l’una e quattordici minuti quando, nel centro di Oslo, un uomo irrompe in due locali e apre il fuoco alla cieca. Cinque minuti, prima dell’arrivo della polizia, che lasciano sulla strada due vittime, un uomo di 50 e un altro di 60 anni, e 21 feriti. A commettere l’attacco è un quarantaduenne di origine iraniana, Zaniar Matapour, naturalizzato norvegese da diversi anni. Nel primo comunicato diffuso dalla polizia di Oslo l’aggressore viene definito come un volto conosciuto alla autorità per i diversi precedenti a suo carico (detenzione di armi e di sostanze stupefacenti) ma anche per essere affetto da disturbi mentali e sottoposto a terapia farmacologica specifica.

Nei diversi processi nei quali era stato coinvolto spicca una sentenza della Corte d’appello di Borgarting che affermava il «potenziale di violenza» del quarantaduenne. La scena dell’attacco è nel pieno centro di Oslo in una delle aree più ricche di pub e locali notturni frequentati dalla comunità Lgbtq+ proprio la notte che precedeva l’annuale Pride che, come è tradizione nei paesi nordici, coinvolge per settimane l’intera città nei preparati dell’evento. Per questo i fatti di sabato sono stati, da subito, definiti come «crimine d’odio» e «attacco terroristico» anche perché tutte le testimonianze finora raccolte raccontano come Matapour si sia presentato con un’arma automatica e una pistola al grido di «allah akbar» (Dio è grande).

Questo attacco ha fatto subito venire in mente la duplice strage del 22 luglio del 2011. Il protagonista di allora fu Anders Breivik, il giovane neo nazista norvegese che prima fece scoppiare una bomba nel centro di Oslo dove morirono otto persone e poi si diresse verso l’isola di Utøya dove, due ore dopo, commise la più grande strage della storia norvegese dal dopoguerra.

Sull’ isola era in corso il campeggio della Arbeidernes Ungdomsfylking, l’organizzazione giovanile laburista. Breivik uccise, con diverse armi d’assalto, 69 ragazzi e ragazze e ne ferì 110. Una strage fatta, secondo il neonazista norvegese, per mandare «un messaggio forte al popolo, per fermare i danni del partito laburista e la decostruzione della cultura norvegese per via dell’immigrazione in massa dei musulmani». Quasi undici anni dopo è nuovamente la capitale e, nello specifico, la propria comunità Lgbtq+, ad essere attaccata da un altro maschio, questa volta di fede islamica, proprio nella notte precedente l’Oslo pride. Il Pride, che è stato prontamente sospeso dalle e dagli organizzatori per motivi di sicurezza, ha sfilato comunque, ieri pomeriggio, grazie a un nutrito gruppo di attiviste e attivisti che hanno voluto attraversare la città per «non accettare di rimanere in silenzio verso questo odio».

Tutte le istituzioni norvegesi hanno manifestato il proprio cordoglio e si sono recate sul luogo della sparatoria. Il primo ministro socialdemocratico, Jonas Gahr Støre ha voluto ringraziare «l’azione eroica dei cittadini che sono intervenuti per fermare l’aggressore prima dell’arrivo della polizia» per poi dichiarare che «non c’è niente che vorremmo poter prevenire di più per difendere la società ampia e aperta in cui le persone hanno libertà, possono muoversi, pensare, credere e amare coloro che vogliamo. È una forma vulnerabile di società che dobbiamo difendere e proteggere».

Anche la responsabile della polizia di Oslo, Beate Gangås, ha voluto ringraziare «i diversi civili che sono riusciti a sopraffare l’autore e trattenerlo fino all’arrivo della polizia» per poi concludere che «stiamo ancora indagando per verificare se vi sia stata violenza politica e se si tratti di crimini ispirati dall’odio». La Sindaca progressista di Oslo, Marianne Borgen, insieme al suo predecessore, Raymond Johansen, hanno voluto rimarcare come «il terrore ha colpito di nuovo la nostra città. Lo stesso odio che aveva armato il terrorista il 22 luglio del 2011, la scorsa notte ha spinto un uomo a sparare selvaggiamente in mezzo a una folla di persone felici e motivate a fare festa». «Odio per le donne, odio per gli omosessuali, odio per la diversità. I terroristi di estrema destra e i terroristi islamici si vedono come nemici, in realtà sono simili».

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