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Ora prepariamo il suo libro su Napoli

Ora prepariamo il suo libro su Napoli

Addio a Filippo Maone Ci siamo conosciuti tardi: per la costruzione del supplemento napoletano de l’Unità, tra il 2003 e il 2005, a cui – su idea di Michele Mezza – Filippo non fece […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 gennaio 2023

Ci siamo conosciuti tardi: per la costruzione del supplemento napoletano de l’Unità, tra il 2003 e il 2005, a cui – su idea di Michele Mezza – Filippo non fece mancare il suo aiuto. Poi è capitato di rivederci ogni tanto negli anni successivi. A Rimini nel settembre del 2021, per i 10 anni dalla scomparsa di Lucio Magri e lì mi disse: «Verrò a Napoli per farti la proposta di pubblicare di nuovo la storia del Circolo Culturale Francesco De Sanctis…».

L’estate successiva ci siamo visti a Napoli e mi raccontò a voce quanto mi consegnava nella lettera finora inedita:
«Caro Gianfranco, nello sciagurato agosto pre-elettorale ( ma cosa ci aspetta? ), interrompo per cinque minuti la lettura dei giornali e agenzie con una piccola distrazione. Ecco dunque il pezzetto di ‘memorie’ d’una mia stagione giovanile, di cu ti feci cenno almeno un paio di volte nei mesi scorsi. Sono una cinquantina di pagine destinate a un libro rievocativo di storie napoletane di sessant’anni fa. Si racconta di un circolo di cultura che ebbe il merito di far girare un po’ d’aria nuova nell’atmosfera asfittica della Napoli laurina di allora. In occasione del cinquantenario, tra il 2010 e il 2011, ad alcuni amici co-protagonisti di quelle vicende è venuta l’idea di ricordarle, raccogliendo una serie di testimonianze. e a me toccò di ricostruirle con i maggiori dettagli.
Se ti consegno questo mio scritto è perché immagino che possa interessarti conoscere alcuni fatti, assai poco noti, della nostra storia cittadina. E che tu, giovanissimo come sei ancora oggi, e addirittura bimbo come eri allora, non avresti modo di viverli e nemmeno di incrociarli. Ti interesserà perciò sapere con quale carica ideale, e passione civile, una parte della generazione che ti ha preceduto di un’incollatura ( giusto due decenni ), provò a lasciarvi un segno. I tempi sono totalmente cambiati, che tra la metà del Novecento e questo inizio di terzo millennio siamo stati testimoni di un profondo, e inquietante, passaggio d0epoca. Nulla, comprese le esperienze passate, può riproporsi uguale. Ma vedi mai che dentro al racconto tu ci possa trovare qualcosa di utile da cui partire per progettare nuove iniziative cultural-politiche, aggiornate alla fase in cui ci tocca di campare. Il testo che ti mando è comprensivo di una decina di pagine che invece ho ritenuto opportuno tagliare in quello dato alle stampe, non soltanto per motivi di spazio ma anche per ridurre al minimo le parti autobiografiche relative a tempi o episodi non direttamente riconducibili all’attività del circolo. Che però, essendo stati importanti per la mia formazione, possono far capire meglio da dove mi nasceva quel bisogno così forte di impegnarmi nella direzione e alla maniera descritte. Non c’è dunque motivo per non dare agli amici la versione integrale.
Ti saluto affettuosamente, ma purtroppo senza allegria. Coraggio comunque. Filippo».

In quella occasione mi chiese se mi fosse mai capitato tra le mani il lavoro di Corrado Barbagallo sulle 4 Giornate di Napoli, edito nel 1944 da Editrice Maone: quel Maone era suo padre. Ci saremmo dovuti sentire per definire il dettaglio della pubblicazione napoletana del suo testo a cura di Infinitimondi. Ancor di più vogliamo farlo ora.

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