Di fronte all’aggravarsi del conflitto in Medio Oriente, la politica italiana appare sempre più frammentata. L’unità del fronte Pd-M5S- rossoverdi, che due settimane fa avevano presentato una mozione unitaria, va in frantumi: ieri nel dibattito sul consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles, ogni partito di opposizione ha presentato una sua mozione. Con un gioco di astensioni incrociate M5S e sinistra non hanno bocciato quella dei dem e viceversa, Azione e Italia Viva si sono divise anche tra loro. Certo, questa volta non si parlava solo di Israele e Palestina ma anche di Ucraina e di migranti: e non è un mistero che sull’Ucraina M5S e rossoverdi abbiano idee diverse dai dem, a partire dall’invio di armi.

TUTTE LE FORZE giallorosse hanno però votato contro le risoluzioni della maggioranza di centrodestra (approvate dalla Camera e dal Senato), molto attente nella difesa di Israele e lontane da una richiesta di cessate il fuoco. E nel contempo molto preoccupate dal rischio che tra i migranti si nascondano terroristi. La richiesta di tregua era invece al primo punto del testo dei rossoverdi, mentre Elly Schlein, in aula a Montecitorio, in scia a quanto deciso dal Parlamento Ue, si è limitata a chiedere un «cessate il fuoco umanitario» a Gaza, la creazione di safe zone per i civili, ha ribadito la richiesta a Israele di «rispettare il diritto internazionale» e ha ricordato che il «disastro umanitario» non è più una possibilità, ma una realtà che «già stiamo vivendo».

«Giustizia e non vendetta, le vittime palestinesi non valgono di meno», il pensiero della leader Pd. Mentre Alessandro Alfieri dell’area Bonaccini in Senato ha detto di «condividere l’approccio del governo su Medio Oriente e Ucraina»., segamnle che anche tra i dem le posizioni non coincidono.

MELONI, NELLA SUA REPLICA alla Camera è apparsa preoccupata dal rischio di un «conflitto di civiltà», dalla «slavina» che potrebbe aprire «scenari inimmaginabili» e ha ricordato lo sforzo del suo governo per «evitare una escalation». E ha anche spiegato che una soluzione politica alla questione palestinese potrebbe aiutare a spegnere l’incendio. Ma poi ha aggiunto: «Quando si dice “cessate il fuoco” si dice che Hamas rimane lì, e che in fondo Israele non ha poi tutto il diritto di difendersi…». E ancora: «Nella Striscia di Gaza i militanti di Hamas si nascondono sotto terra, per questo Israele ha chiesto ai civili di evacuare per contenere le perdite collaterali».

SU QUESTA DEFINIZIONE per le vittime palestinesi, «perdite collaterali» si è acceso uno scontro. Nicola Fratoianni: «Non definisca i bambini e le altre vittime di Gaza danni collaterali, stia sorvegliata con le parole». Il leader di Si ha poi domandato al governo: «In questo momento Israele sta rispettando il diritto internazionale? Vorrei che anche il riconoscimento di questa tragedia fosse unanime come la condanna verso Hamas». Anche Giuseppe Conte, nella sua dichiarazione di voto, ha invitato Meloni «non derubricare le vittime civili palestinesi».

Neppure lui ha però chiesto un cessate il fuoco, limitandosi alla formula dei «corridoi umanitari». E si è concentrato nel criticare «la strategia fallimentare seguita in Ucraina». In serata alla Camera, la mozione Pd ha ricevuto anche i voti di MS e rossoverdi, ottenendo 109 voti. Ma solo dopo aver espunto la parte relativa al sostegno militare a Kiev. I dem invece si sono astenuti sui testi di 5S e sinistra.

NEL COMPLESSO, LE OPPOSIZIONI sono apparse assai più divise in politica estera rispetto alla maggioranza. Dove pure i tono più misurati di Fi e Fdi si sono scontrati con quelli da crociata della Lega, assai più interessata nel chiedere a Meloni di sbarcare a Bruxelles dicendo che «l’Italia non è la discarica del Mediterraneo per scafisti e terroristi».

DIVISIONI, QUELLE A sinistra, che potrebbero manifestarsi anche nelle piazze. Conte, Fratoianni e Bonelli saranno domani in piazza con Amnesty e ala Rete per la pace (di cui fanno parte Cgil e gruppi cattolici) , che hanno organizzato fiaccolate silenziose in varie città per chiedere lo stop subito alle armi. A Roma l’appuntamento è alle 18.30 in piazza dell’Esquilino. I dem manderanno una delegazione. Schlein, impegnata a Venezia in una iniziativa sulla casa, potrebbe scegliere una piazza veneta. Di certo, la piattaforma pacifista non coincide con le idee dei riformisti dem. In ogni caso il braccio destro della segretaria Marco Furfaro sarà in piazza nella Capitale.