Visioni

Oltre i confini di una voce. Il mistero rivelato di Mina

Oltre i confini di una voce. Il mistero rivelato di MinaMina in una rielaborazione grafica – foto di Mauro Balletti

Musica Il 22 novembre esce l’album «Gassa d’Amante», brani di esordienti e firme d’autore: Gabbani, Elisa, Concato

Pubblicato circa 7 ore faEdizione del 19 novembre 2024

Il titolo – intanto – Gassa d’Amante è il nodo fondamentale da conoscere per i navigatori. C’è chi fa risalire il suo nome agli antichi manuali, che definiscono «amante» la parte terminale della cima. C’è chi invece ritiene che si chiami proprio in questo modo per una semplice ragione: si tratta di un nodo che lega ma non strozza, proprio come il legame tra due amanti. Ed è appunto l’amore che da sempre è il fil rouge che caratterizza i testi del ‘cantar leggero’ (ma non solo) e a cui anche Mina non si sottrae. Gassa d’Amante (Pdu) – dal 22 novembre nei negozi e sulle piattaforme digitali, è il nuovo album della cantante cremonese, 116esimo di una sterminata discografia che si estende dal 1958 ad oggi. Un disco oltre le mode – va detto – molto attento nella scelta del repertorio, negli arrangiamenti e nell’ambientazione sonora, dove non c’è artificio o facile concessione. Ci sono solo le canzoni e – ovviamente – la voce, mai così in primo piano. Nove inediti e una sola cover, posta all’inizio del disco quasi come ne fosse il manifesto programmatico: Non smetto di aspettarti, una gemma dal repertorio di Fabio Concato che su una melodia struggente ricama un testo su un’amore – ecco che si ritorna al titolo – forse finito o sublimato e sulla devastazione dell’assenza. Mina va oltre l’interpretazione da prima della classe qual è in un gioco di sfumature, note basse e cambi di registro che la portano su note irraggiungibili. C’è poco mestiere in Gassa d’Amante ma tanta anima, come se Mina avesse una sorta di urgenza di impadronirsi di queste canzoni, di coglierne ogni dettaglio come non le capitava da diverso tempo: «Vero – sottolinea Massimiliano Pani, che del disco è produttore e arrangiatore insieme a Ugo Bongianni – l’ha cantato magistralmente. Non è che gli altri non li abbia eseguiti su un livello altissimo, ma qui si sente che ha messo una parte di cuore e di anima in più» .

«Non vuole essere celebrata, è una donna molto ironica e intelligente che ha abbandonato il personaggio Mina, perché la persona è più forte del suo personaggio». (Massimiliano Pani)

UN ALBUM sostanzialmente di ballad, pensato per i fan della tigre ma non solo. C’è il guizzo, la sorpresa e gli autori spesso sconosciuti ma di valore che spediscono le loro creazioni a Lugano. Per dirti t’amo – di Roberto Casu – è fra questi: un pezzo dalla struttura complessa dove Mina si sdoppia attraverso cori in cui spesso fa tutto da sola. Trasgredisce le regole (è una specialista…) cantando testi ‘forti’ incurante degli splendidi 85 che festeggerà nel 2025: Amami e basta – di Luca Tudisca “Lumi”, talento scovato da Pani e dalla Pdu – è una melodia d’impatto con liriche che raccontano una passione carnale: «Ti prego smetti di trovare un senso, amami senza pretendere niente. Senza vestiti, senza le ossa. Sotto questa pioggia che diventa rossa». Non solo esordienti, non mancano le grandi firme, accanto a Francesco Gabbani autore del bel singolo Buttalo via uscito i primi di novembre, c’è Elisa con Smetti di farmi male, dove su tastiere liquide e i contrappunti chitarristici di Luca Meneghello, Mina si lancia in sostenuti acuti dall’afflato rock intorno a una passione difficile: «Un po’ di nostalgia ma senza farmi male. Poi per essere onesta almeno in queste righe. La mia vita mi basta, mi basto io».

Foto di copertina di “Gassa d’Amante” di Mina, autore Mauro Balletti

Mina, si è detto, gioca con i generi e gli stili e continua a ricordarci fino a che punto il talento e la libertà siano importanti per affermare la nostra identità. È un modello di interprete per i musicisti, come modello di coraggio e libertà per i ragazzi della generazione Z.

«È UN FENOMENO difficile da interpretare – spiega Pani che nel disco sigla anche una delle canzoni migliori insieme a Samuele Cerri, Dispersa – Mina è un po’ come Vasco, sono fuori dal tempo nel modo di scrivere e di interpretare, ma sono sicuramente una fonte di ispirazione. Dopo il duetto con Blanco (Un briciolo di allegria, 2023 ndr) ci continuano ad arrivare proposte dai giovani artisti. Quasi tutti i ragazzi nuovi di questa generazione che non l’hanno mai vista in tv né dal vivo, e anche della sua discografia probabilmente conoscono morsi e bocconi, eppure ritengono che Mina è avanti e vorrebbero fare una cosa con lei. Tutto questo secondo me è sociologicamente interessante, non solo musicalmente. Perché in fondo è l’unico artista che non si vede in televisione, non fa concerti, non fa promozione, eppure riesce a rapportarsi con loro».

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DISCO fuori dal tempo, anche se elegantemente moderno nella confezione: «Lei vive in un mondo sempre alla ricerca di musica e cose nuove. Ascolta di tutto, quando vado da lei la trovo intenta a selezionare Puccini per poi passare a Prince, Corey Henry, Sarah Vaughan, Esperanza Spalding. Ha un’enorme cultura musicale». Le scelte: «Canta tutti gli stili però è un’interprete e plasma i brani che le arrivano. Anche perché è una musicista oltre che cantante e sa cogliere la qualità in provini fatti moto artigianalmente: vi farei ascoltare un provino di Acqua e sale, non crederesti ascoltandolo che sarebbe diventato il brano di successo che conoscono tutti. Perché poi l’autore a volte scrive delle cose che sente lui in quel modo, la capacità invece dell’artista è dire ok, qui c’è del buono, ma portiamolo di là, che è il lavoro creativo, un lavoro che può fare lei in quanto musicista, in quanto intellettuale». Un’artista che non ama gli omaggi e se si rivede sul piccolo schermo cambia canale imprecando in cremonese «ussignur»: «Non vuole essere celebrata, è una donna molto ironica e intelligente che ha abbandonato il personaggio Mina, perché la persona è più forte del suo personaggio».

 

Una tigre nel teatro delle maschere

Intorno alla figura di Mina si estende un’estesa bibliografia, composta di tomi biografici o veri e propri saggi dove va citato almeno il pregevole «Mina. Una forza incantatrice» uscito nel 1998. Il 22 novembre il Saggiatore darà alle stampe un volume a cura di Giulia Muggeo, Gabriele Rigola e Jacopo Tomatis dal titolo: «Mina, la voce del silenzio. Presenza e assenza di un’icona pop» che raccoglie scritti di un convegno dedicato all’artista previsto per il 2020 ma rimandato al 2021 – e solo online – per via del Covid. Un libro prezioso – quasi 500 pagine – dove vengono affrontati tutti gli ambiti frequentati dalla tigre di Cremona: tv, pubblicità, dischi, cinema (i famosi «tredici dimenticabili musicarelli», da lei stessa così definiti) ai quali si aggiunge un’inedita – e splendida – prefazione scritta da Ivano Fossati, autore «sdoganato» nei settanta da Mina attraverso le sue interpretazioni e che con lei ha firmato nel 2019 un album a due voci. Una lettura magistrale del personaggio Mina che sta tutta in una frase: «La grande burattinaia di se stessa, sta nell’ombra e muove i fili delle sue maschere». S.Cr.

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