La destra estrema olandese ha vinto ma non governa. È quanto emerge a più di due mesi dall’ultima tornata elettorale che ha dato la maggioranza relativa dei seggi nella Tweede Kamer, la camera bassa, all’islamofobo Geert Wilders.

A sancire l’impasse politica è stato il leader del nuovo partito centrista, Nsc, Pieter Omtzigt che martedì ha dichiarato pubblicamente di non voler proseguire nei colloqui per la formazione di un esecutivo di centrodestra con il sovranista Pvv, il liberale Vvd e il ruralista Bbb. Motivo ufficiale della rottura è lo stato dei conti pubblici olandesi, di cui i partiti sono stati informati, lunedì, durante le trattative. Le differenze sulle “prospettive finanziarie” dei prossimi anni e, soprattutto, il desiderio di non voler fare all’elettorato olandese delle «false promesse che non possono essere mantenute» hanno spinto l’ex deputato democristiano Omtzigt a tirare il freno e a ritirare il suo partito dalle discussioni per un nuovo esecutivo.

L’annuncio arriva a pochi giorni dall’intervento in parlamento dell’informateur Ronald Plasterk che avrebbe dovuto aggiornare sullo stato dei colloqui per la formazione del nuovo governo, di cui i Paesi Bassi sono in attesa fin dalle elezioni di fine novembre quando il partito di estrema destra Pvv ha ottenuto quasi un quarto dei voti e 37 dei 150 seggi disponibili alla Tweede Kamer. Nonostante veti preventivi e discordanti dichiarazioni preelettorali, finora è stato proprio il suo leader, Geert Wilders, a condurre i giochi con l’obbiettivo di varare un governo di centro destra, a trazione Pvv.

Il ritiro di Pieter Omzigt, però, ribalta il tavolo e obbliga le forze politiche a riposizionarsi: è davvero possibile l’opzione di un esecutivo olandese guidato da uno dei volti più inquietanti dell’estrema destra europea? Oppure è arrivata l’ora di un governo di minoranza che escluda il campione islamofobo ma che metta insieme le forze centriste? O ancora, è già l’ora di chiamare la cittadinanza alle urne per il secondo voto anticipato nel giro di qualche mese?

Nel 2021 le trattative per il quarto governo Rutte erano andate avanti quasi un anno e non avevano permesso di chiarire tutti i punti, visto che già a luglio 2023 l’attuale primo ministro dimissionario, Mark Rutte, si era dimesso per differenze di vedute sull’accoglienza delle persone straniere. A giovarne, alle elezioni di novembre, è stato proprio Geert Wilders che ha raggiunto il suo miglior risultato di sempre, facendo leva anche sulle paure xenofobe dell’elettorato.