Scuola

Nella «buona scuola» crolla tutto. E domani si taglia ancora

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buona scuola Nel Def la spesa calerà dal 3,7% al 3,5% del Pil nei prossimi cinque anni. E continuerà a farlo fino al 2035. Dopo il crollo nella scuola di Ostuni, il governo cerca di far decollare l'operazione cosmetica #scuolebelle.

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 14 aprile 2015

Il crollo del soffitto della scuola Pessina di Ostuni si abbatte sul governo Renzi. Il piano sull’edilizia scolastica non è mai decollato. Lo ha denunciato l’associazione Cittadinanzattiva che ha chiesto di cambiare le regole per la gestione degli interventi di manutenzione ordinaria. Nella neolingua renziana questa operazione è stata battezzata «#scuolebelle» (l’hashtag è il corredo dello slogan). Ma è ancora latitante. Anche perché manca l’anagrafe dell’edilizia scolastica attesa dal 1996. è uno strumento essenziale anche per rendere operativa l’operazione cosmetica promessa da Renzi. Per il governo dovrebbe essere resa pubblica nel corso di aprile.

Per Cittadinanzattiva tre scuole su quattro presentano danni strutturali e quattro su dieci hanno una manutenzione carente. Oltre il 70% presenta lesioni strutturali. In un caso su tre gli interventi strutturali non vengono effettuati. Più della metà delle scuole si trova in zona a rischio sismico. Una su quattro in zona a rischio idrogeologico. Il 41% ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo. Quasi tre su quattro presenta lesioni strutturali per lo più sulla facciata esterna; il 25% dei corridoi, il 21% delle mense e dei bagni e il 18% delle aule presenta distacchi di intonaco; segni di fatiscenza nei laboratori (24%), nelle aule e nei bagni (20%), nelle palestre e segreterie (19%), nel 15% delle mense. Di fronte alla richiesta di piccoli lavori di manutenzione, nel 15% dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto e nel 23% è intervenuto con molto ritardo. Nel caso di richiesta di lavori di manutenzione strutturale, nel 29% dei casi non sono stati eseguiti.

Il «crimine verso i bambini» che il governatore della Puglia Vendola ha denunciato ieri a Ostuni ha dunque una lunga storia. Iniziata al liceo Darwin di Rivoli nel 2008 dove morì Vito Scafidi per il crollo di un contro-soffitto. Il 2015 è un bollettino di guerra: il 3 marzo è stata sfiorata la tragedia a Bagheria. Il 18 febbraio in un liceo a Pescara l’intonaco di una parete ha ferito due studenti. Il 17 gennaio è crollato un contro-soffitto al liceo scientifico Marconi di Sassari. Il sottosegretario Faraone (oggi a Ostuni) ha promesso: «Chi ha sbagliato alla Pessina pagherà».

Per il ministro Giannini ci sono 40 milioni per tenere a bada i soffitti che crollano. Ma c’è bisogno di fondi anche per gli incendi. Quello doloso all’alberghiero Pertini di Brindisi, ad esempio. È accaduto ieri, mentre crollava il soffitto nella scuola di Ostuni. Esiste un dato che può chiarire le reali intenzioni del governo. Il Documento di Economia e Finanza (Def) appena approvato, ha confermato il taglio della spesa per l’istruzione che nei prossimi cinque anni passerà dal 3,7% al 3,5% del Pil. E nel quindicennio successivo calerà ancora. Prova che la dismissione dell’istruzione pubblica è stata programmata. E nell’attesa si rinfrescano le facciate delle #scuolebelle.

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