Economia

Occupazione, a giugno (piccoli) segni positivi. Al governo bastano

Occupazione, a giugno (piccoli) segni positivi. Al governo bastano

Istat L’aumento si registra per uomini e donne, per tutte le classi d’età e per i dipendenti, calando solo tra gli autonomi

Pubblicato circa un anno faEdizione del 2 agosto 2023

Dopo i dati negativi sul Pil di lunedì, il governo si rifà con quelli sul mercato del lavoro. A giugno, secondo i dati diffusi dall’Istat, aumenta l’occupazione, mentre calano disoccupazione e inattività. A giugno l’occupazione cresce dello 0,3%, +82mila unità rispetto a quello precedente, a quota 23 milioni 590mila. Si tratta di miglioramenti impercettibili ma che bastano a far ripartire la gran cassa della propaganda del governo Meloni, zittita solo per 24 ore.

L’aumento si registra per uomini e donne, per tutte le classi d’età e per i dipendenti, calando solo tra gli autonomi. Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,2 punti), mentre quello di disoccupazione cala al 7,4% (-0,2) punti, con quello giovanile al 21,3% (-0,4 punti). Il dato rimane superiore a quello registrato dall’Eurostat in Eurozona, dove si attesta al 6,4%, e a quello dell’Unione europea, dove è stimato al 5,9%. Guardando invece al dato giovanile, il tasso è del 14,1% nell’Ue e del 13,8% nell’Eurozona.

In Italia cala poi anche il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,3%, pari a -43mila unità) per entrambi i sessi e tra gli over 24, restando sostanzialmente stabile tra i più giovani. Il tasso di inattività scende al 33,5% (-0,1 punti). Il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a maggio 2023, diminuisce (-2,3%, pari a -44mila unità) anch’esso per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Su base annua invece, gli occupati sono 385mila in più (+1,7% su giugno 2022), per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e, spiega l’istituto, degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine.

In questo caso, l’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni (dove si annida la buona parte del precariato) per effetto della dinamica demografica negativa. Il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,1 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,7 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.

Rispetto allo stesso mese dello scorso anno, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-8,7%, pari a -178mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -280mila). L’incremento del numero di occupati si osserva anche confrontando il secondo trimestre 2023 con il primo (+0,6%, pari a +147mila unità).

Su questo punto, che potrebbe essere apparentemente «contraddittorio», visto il calo del Pil dello 0,3% emerso nella stima preliminare dell’Istat, Confcommercio osserva: «Una possibile interpretazione» potrebbe risiedere nel fatto che «le imprese, sulla scorta di un primo trimestre particolarmente positivo e di un sentiment a medio termine ancora favorevole, abbiano programmato di espandere i propri livelli occupazionali, soprattutto nei comparti dei servizi, il cui valore aggiunto ha registrato un lieve aumento nel periodo aprile-giugno rispetto al trimestre precedente».

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