Nuovo venerdì di manifestazioni a Gaza
Striscia di Gaza Si teme un bagno di sangue come nei venerdì precedenti della "Grande Marcia del Ritorno" in cui i cecchini israeliani hanno ucciso 40 palestinesi. Ieri è rientrata a Gaza la salma di Fadi al Batsh, l'ingegnere di Hamas assassinato dal Mossad a Kuala Lampur
Striscia di Gaza Si teme un bagno di sangue come nei venerdì precedenti della "Grande Marcia del Ritorno" in cui i cecchini israeliani hanno ucciso 40 palestinesi. Ieri è rientrata a Gaza la salma di Fadi al Batsh, l'ingegnere di Hamas assassinato dal Mossad a Kuala Lampur
È rientrata ieri nella Striscia di Gaza la salma di Fadi al Batsh, l’ingegnere e docente universitario palestinese, freddato sabato scorso a Kuala Lampur dai colpi che gli hanno sparato contro due uomini in moto. Un assassinio attribuito al Mossad, il servizio segreto israeliano. Il New York Times ieri scriveva che al Batsh, membro di Hamas, è stato ucciso nell’ambito di una «vasta operazione» del Mossad perché era in contatto con la Corea del Nord, per armi destinate a Gaza. Ad accogliere la sua bara proveniente dall’Egitto c’erano, oltre alla famiglia, anche alcuni esponenti di spicco di Hamas. «Stai tornando da noi aprendo la strada per il nostro ritorno in Palestina. Il debito degli occupanti è diventato pesante. Il giorno della punizione sta arrivando», ha detto Khalil al Hayya, il numero due di Hamas a Gaza davanti alla bara, avvolta nella bandiera palestinese, durante la breve cerimonia funebre avvenuta al valico di Rafah. I funerali di al Batsh si sono svolti ieri sera su richiesta della famiglia. Hamas avrebbe voluto tenerli ad al Safieh, ad Est di Jabaliya, uno dei cinque accampamenti eretti dai palestinesi per la “Grande Marcia del Ritorno”.
Oggi migliaia di palestinesi raggiungeranno di nuovo il territorio orientale di Gaza per un nuovo venerdì di manifestazioni e raduni popolari contro il blocco israeliano della Striscia, a breve distanza dalle linee di demarcazione con lo Stato ebraico. Sulla partecipazione potrebbe influire l’ondata di maltempo che si è abbattuta nelle ultime ore sulla regione causando allagamenti diffusi in Israele e Territori palestinesi occupati e la morte di 11 persone: nove adolescenti israeliani, un beduino nel Negev e una donna palestinese in Cisgiordania. I promotori delle manifestazioni assicurano le cattive condizioni del tempo non fermeranno le nuove proteste. Ad attendere i palestinesi però ci saranno come nei precedenti venerdì i tiratori scelti israeliani e potrebbe rivelarsi una nuova giornata di sangue.
Le Nazioni Unite ieri sono intervenute due volte per criticare l’uso della forza da parte di Israele contro i manifestanti di Gaza. Ocha, l’ufficio di coordinamento degli affari umanitari, ha riferito che fino a due giorni fa erano 40 i palestinesi uccisi – tra i quali due giornalisti e alcuni adolescenti - e 5511 quelli feriti dal fuoco dei soldati israeliani. Poi è stato l’inviato dell’Onu, Nickolay Mladenov, a chiedere a tutti, governo israeliano incluso, un passo indietro per placare una situazione sul punto di esplodere. Mladenov ha sottolineato che non ci sono soluzioni militari per le varie crisi mediorientali e per la situazione di Gaza. Ben diverso è stato in sede Onu l’orientamento dell’ambasciatrice Usa Nikki Haley che, sposando la versione israeliana, ha accusato Hamas di usare le dimostrazioni come copertura per attuare attacchi. «Chiunque a cui interessi dei bambini di Gaza dovrebbe insistere sullo stop immediato da parte di Hamas dei bambini come carne da cannone», ha detto rivolgendosi a Mladenov.
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