Visioni

Nuova Musica, la sperimentazione come lavoro

Nuova Musica, la sperimentazione come lavoroFabrizio Modonese Palumbo – foto di Giorgia Mannavola

Incontri Alla crisi dello spettacolo dal vivo, prova a rispondere l’iniziativa di alcuni autori della scena underground

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 luglio 2020

Il lunghissimo momento di sospensione dovuto alla pandemia ha fatto emergere i problemi di una categoria di lavoratori fino a quel momento apparentemente invisibile: i musicisti. L’estate dei concerti riprende, o almeno ci prova, dopo mesi di cancellazioni, tour annullati, rinvii. Mai come in questi mesi, tuttavia, un intero settore ha cercato di avviare un dialogo che per troppo tempo è mancato al suo interno. La manifestazione nazionale del 21 giugno, indetta dal coordinamento La Musica Che Gira, così come il discorso di Cosmo agli Stati Popolari, non sono che alcune delle iniziative emerse di molti tentativi di immaginare una sostenibilità reale per chi lavora nella musica. Che è uno degli ambiti meno regolati e supportati, nonostante la grande ricchezza (economica ma soprattutto culturale) che genera. Nuova Musica è uno dei gruppi di discussione nati durante il lockdown.

ALCUNI AUTORI legati alla musica sperimentale e di ricerca hanno deciso di unirsi per far emergere caratteristiche e bisogni di un insieme che raggruppa musicisti diversissimi, legati a forme nuove e meno convenzionali di espressione musicale. Tra gli ideatori, ci sono Laura Agnusdei, sassofonista attiva da solista e collaboratrice dei Julie’s Haircut, Fabrizio Modonese Palumbo, membro dei Larsen e di mille progetti paralleli, Caterina Barbieri, tra i nomi più interessanti per quanto riguarda la musica elettronica internazionale.

«SIAMO FIGURE professionali assolutamente ibride» spiega Laura Agnusdei, appena tornata nella sua Bologna dopo un periodo di studio all’Institute of Sonology a l’Aja, «ed è molto difficile classificarci. Io, come tanti colleghi, ho studiato anche musica classica, ho fatto un percorso nell’accademia. Però mi trovo a suonare tanto in un conservatorio che in un centro sociale. Per questo siamo ancora più esposti, in un certo senso, alla precarietà e frammentarietà del sistema. La musica che facciamo sembra rendere più complicato spiegare che tipo di lavoratori siamo». Per superare l’enorme vuoto legislativo e burocratico, «serve che noi per primi come artisti capiamo di dover superare tutte le frammentazioni che ci portiamo dietro e che ci concepiamo come categoria». Non c’è tuttavia solo il tema della musica come lavoro, al centro dell’agenda di Nuova Musica. Il riconoscimento che si vuole ottenere non riguarda solo le forme di ricerca artistica più radicale e sperimentale, ma anche le diverse soggettività che possono trovare espressione nello spazio artistico. «Ci stiamo interrogando molto sulla rappresentazione nella musica. Il nostro nucleo fondante ha una forte presenza femminile, una forte componente Lgbtq. Quando poi però il quadro si allarga questa presenza non è così determinante. Vogliamo fare in modo che queste voci vengano a galla». Così riflette Fabrizio Modonese Palumbo, che con i suoi diversi progetti ha sempre esplorato il legame tra musica e mondo omosessuale, creando un universo sonoro unico che si muove tra queerness e noise. «A me sembra naturale che chi fa musica di sperimentazione, abbia poi delle istanze politiche che siano coerenti con questa ricerca».

In occasione di uno dei vari Bandcamp Days, in cui la piattaforma di vendita e streaming online rinuncia alla sua percentuale per supportare i musicisti in questo periodo di difficoltà, gli artisti di Nuova Musica hanno deciso di donare i guadagni della giornata ai migranti sfruttati nelle campagne del Sud, per collegarsi alle iniziative in sostegno di Black Lives Matter riportandole però alle problematiche italiane. «Nuova Musica vuole avere un approccio intersezionale su tutte queste tematiche» spiega Laura Agnusdei. «Non si può separare il discorso di genere da un discorso sulla sostenibilità e da un discorso di classe. Chi può permettersi di fare musica in Italia? Quali sono i costi, qual è la sostenibilità di fare questo mestiere?».

NUOVA MUSICA ha avviato un censimento per capire in quanti facciano parte di questa realtà, e dato forma a un dibattito sui modi di distribuzione della musica, per pensare alternative al platform capitalism. La ricerca di forme nuove, artistiche ed economiche, passa anche da qui.

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