Nuova cig a Mirafiori e Pomigliano. La Fiom: «L’azienda è schizofrenica»
Automotive Gli annunci dopo l'offerta di sconto agli operai per comprare una Maserati. A Torino è in corso il Salone dell’auto ma all’obiettivo del milione di auto è lontanissimo
Automotive Gli annunci dopo l'offerta di sconto agli operai per comprare una Maserati. A Torino è in corso il Salone dell’auto ma all’obiettivo del milione di auto è lontanissimo
Difficile comprare una Maserati se si è in cassa integrazione. Anche se l’azienda per cui lavori ti fa grossi sconti.
Il giorno dopo la beffarda proposta inviata ai suoi dipedenti, Stellantis annuncia altri stop. Un mese di nuova Cig a Mirafiori e altri giorni a Pomigliano.
A Torino l’azienda ha deciso dieri di sospendere fino all’11 ottobre la produzione della 500 bev a causa della mancanza di ordini sul mercato dell’elettrico. L’annuncio fa ripiombare la storica fabbrica torinese nello sconforto proprio mentre è in corso il Salone dell’auto.
Ma l’ineffabile ministro Urso non demorde: il target di 1 milione di veicoli all’anno, fissato proprio insieme alla multinazionale guidata da Carlos Tavares, ma per il 2023 «è ancora raggiungibile», sostiene infatti da Milano il titolare del Mimit.
Stellantis, dal canto suo, spergiura di essere «fermamente impegnata» a garantire la continuità di ogni impianto e di essere intenzionata a trasformare Mirafiori in un «vero e proprio polo di innovazione e sviluppo a livello globale», confermando il ruolo dell’Italia «come uno dei pilastri globali del gruppo», parole che risultano fuori dalla realtà rispetto agli annunci di cassa integrazione.
«Siamo a livelli di schizofrenia assoluta – attacca Gianni Mannori responsabile di Mirafiori per la Fiom – . Stellantis chiede ai lavoratori di andare negli stabilimenti polacchi e francesi, ma parallelamente a Mirafiori arrivano addetti da Termoli, Cassino, Melfi e Pomigliano. Poi mandano mail per incentivare l’acquisto di Maserati da 200 mila euro a persone che ne guadagnano 1.200 al mese. E intanto la cassa integrazione continua inesorabilmente con un ennesimo stop produttivo di un intero mese. Invece di annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa integrazione».
«Stiamo rischiando il tracollo del sistema industriale torinese, Mirafiori ha la febbre altissima e l’indotto, di conseguenza, sta morendo. Il caso della Lear è la punta dell’iceberg ma tutta la componentistica sta tremando. Informalmente gli industriali si lamentano con noi, sarebbe invece utile che anche loro ci mettano la faccia e si espongano sulla questione. Il livello dello scontro si alzerà inevitabilmente con conseguenze imprevedibili», aggiunge nella nota Edi Lazzi, segretario generale Fiom Torino.
A Torino si respira «un clima di disperazione. Siamo preoccupati: l’orizzonte non è roseo», dice Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino, tornando a chiedere al governo un tavolo con Stellantis. Cercare un’altra sponda tra le aziende estere non è sufficiente: «Finché il governo pensa di sostituire l’azienda più importante del paese con un ipotetico costruttore cinese, che non può garantire quello che oggi abbiamo, non si va da nessuna parte». Serve «una politica industriale seria» ma «tutto quello che per ora l’esecutivo è stato in grado di fare è stato punzecchiare Tavares», ha chiosato il segretario Uilm di Torino.
Le cose non vanno meglio a Pomiglino: «Non più di dieci giorni fa Stellantis aveva informato le Rsa dello stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco di un aumento di produzione del modello Panda, che passava da 315 vetture turno al giorno, a 395 e di una leggera flessione per il modello Alfa Romeo Tonale. Oggi la direzione aziendale ribadisce che la differenziazione della produzione dei due modelli consente di ricorrere alla cassa integrazione guadagni ordinaria per quattro giorni per il mese di ottobre», affermano Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli e Mario Di Costanzo, responsabile settore automotive Fiom Napoli.
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