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Non dite che hanno bisogno di protezione

Non dite che hanno bisogno di protezione

Maschile plurale Stiamo vedendo con orrore un’intera fenomenologia di efferate violenze maschili contro le donne. Femminicidi ripetuti in modo seriale: lei vuole cambiare vita, lui non lo sopporta, la molesta, lei lo […]

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 agosto 2023

Stiamo vedendo con orrore un’intera fenomenologia di efferate violenze maschili contro le donne. Femminicidi ripetuti in modo seriale: lei vuole cambiare vita, lui non lo sopporta, la molesta, lei lo denuncia, non succede nulla, lui la sorprende armato di coltello, la colpisce e la finisce. Poi c’è il caso del suicidio di una giovane donna che forse è una messa in scena. Chi piange quel gesto può essere l’assassino. Quindi l’ennesimo stupro di gruppo: maschi giovani che inducono una ragazza a bere, poi la trascinano e la violentano «come cento cani sopra una gatta».

La politica promette di accelerare nuove leggi, a base di maggiore repressione, aumento delle pene, più efficacia – si spera- nella prevenzione. Si aggiunge che basilare è l’educazione, la formazione. Il ministro Valditara – sulla Stampa di ieri – dice che la violenza «si combatte nelle scuole». Pensa alla presenza nelle aule scolastiche di «vittime di violenze che possano testimoniare in modo diretto che cosa significa la violenza contro le donne». Dice anche, il ministro: «La gran parte degli italiani non ha nulla a che vedere con la cultura che genera la violenza contro le donne».

No caro ministro. Lei sarà sinceramente «sensibile al tema». Ma il problema di una cultura maschilista che è all’origine della violenza contro le donne ci riguarda tutti. Italiani e non solo.
Anni fa, con amici di “maschile plurale”, scrivemmo su una semplice evidenza: la violenza contro le donne la agiamo noi maschi, e prima di tutto noi dobbiamo farcene carico. Dappertutto: in famiglia, sul lavoro, al bar, in palestra, nelle redazioni, nei partiti, nei sindacati, nelle associazioni, nelle chiese delle varie confessioni…

Parlarne nelle scuole è importantissimo, ma bisognerebbe cominciare con cambiare i programmi che ancora rimuovono la presenza delle donne nella storia, nella cultura, nell’arte, nella cura quotidiana che ci fa stare al mondo.
Un rischio nel pur sacrosanto clamore per questi fatti orribili, è che le donne siano ricacciate dalle narrazioni prevalenti nella condizione delle vittime bisognose di protezione.

Credo che la violenza di noi uomini si spieghi oggi proprio con l’incapacità di riconoscere la nuova libertà delle donne. Dovrebbe essere invece un’occasione anche per noi.

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