Non arretrare di un solo tratto
Je suis Charlie Presentato al Buk Festival della piccola e media editoria il libro che, dopo i fatti di Parigi, raccoglie le testimonianzedei protagonisti più famosi della satira italiana . Abbiamo scelto quello di Vincenzo Sparagna
Je suis Charlie Presentato al Buk Festival della piccola e media editoria il libro che, dopo i fatti di Parigi, raccoglie le testimonianzedei protagonisti più famosi della satira italiana . Abbiamo scelto quello di Vincenzo Sparagna
Passata la piccola febbre della obbligata solidarietà ai martiri
di Charlie Hebdo, morti per non aver voluto cedere alle minacce
integraliste, è scattata l’ora dei distinguo e delle prudenti
ritirate. Un coro di personaggi americani ed europei, laici o religiosi, che, pur continuando a
deprecare gli esiti sanguinari della censura a Charlie, avanzano
critiche sempre più nette al giornale per aver “offeso” gli
islamici con le sue irriverenti vignette su Mohamed. E questo
nel cuore di società che dicono di avere a loro fondamento la
libertà di pensiero e d’espressione. Contemporaneamente, nei
paesi musulmani folle oceaniche inneggiano al gesto dei fratelli
Kouachi e del loro complice Coulibaly, considerandoli martiri
di un’azione che avrebbe giustamente punito gli odiati nemici
del profeta.
In questa tenaglia assurda tra la preoccupata moderazione
occidentale e la minaccia planetaria dell’islamismo radicale
si trovano allo scoperto e in pericolo tutti coloro che vogliono
conservare la propria libertà di pensiero e d’espressione, non
solo i satiri e i vignettisti di prima linea, ma anche gli scrittori, i
poeti, i musicisti, i pensatori eretici di ogni scuola e nazionalità.
Il massacro di Parigi è in questo senso uno spartiacque
fondamentale. Prima del 7 gennaio, nonostante le fatwe lanciate
contro Rushdie ed altri “bestemmiatori”, le stragi di cristiani,
yazidi e musulmani di diversa fede in Siria, Irak o Nigeria,
le lapidazioni di donne in Arabia Saudita e Afghanistan, le
condanne a morte per apostasia in Sudan o Pakistan, si poteva
pensare che la sfida islamista fosse circoscritta ai paesi di
tradizione musulmana. Oggi non è più così. Siamo di fronte
a un capovolgimento totale della prospettiva. Tutto il mondo è
coinvolto in una inedita sharia planetaria, che prevede la morte
di chiunque non voglia piegarsi al rispetto verso un profeta
trasformato in una caricatura postmoderna del vero Maometto,
predicatore certo discutibile e anche guerriero, ma che agiva
nei confini di una civiltà medioevale lontanissima dall’attuale
condizione del pianeta.
Questa inversione del rapporto tra Occidente e Oriente,
che capovolge a specchio la colpevole e arrogante visione
coloniale di un mondo diviso tra civiltà e barbarie e considera
barbarie i diritti umani e civiltà il fanatismo religioso, non è
stata ancora pienamente intesa in Occidente. E sembra sfuggita
di mano anche ai promotori originari della visione integralista
dell’Islam che sono i regnanti d’Arabia, ovvero la dinastia
wahhabita dei Saud, e, su un altro versante, paradossalmente
opposto, gli ayatollah sciiti al potere in Iran. Dopo Parigi
infatti ogni illusione ingenua sull’integrazione della cultura
teocratica islamica con la società multietnica e policulturale
contemporanea è venuta meno. Difendere i diritti universali
della persona è diventato impossibile se non si combatte la
predicazione dell’obbedienza alle regole che un Dio astratto e
crudele impone alla vita di tutti. Per questo il moderatismo di
tanti commentatori è imbelle e preoccupante quanto e più del
pacifismo degli anni ’30 rispetto all’avanzata del nazismo. Le
esitazioni occidentali e le concessioni a Hitler produssero allora
la Seconda Guerra Mondiale con la infinita scia di sangue che
conosciamo.
Oggi i consigli di prudenza rivolti addirittura ai vignettisti
perché non provochino l’ira islamista, possono avere alla lunga
un risultato anche più tragico. Il diavolo, quando si presenta, va
affrontato e preso per le corna, oppure la sua coda ci trascinerà
tutti in un inferno senza ritorno e forse perfino in un pazzesco
olocausto nucleare. Più presto lo si capirà, meglio sarà anche
per gli apprendisti stregoni occidentali che pensavano di
esportare la democrazia e hanno solo globalizzato con le loro
irresponsabili gesta militari l’incubo terrorista.
Abbiamo scelto di pubblicare l’intervento di Sparagna, direttore di Frigidaire, dal volume «Je suis Charlie» (Sagoma editore) in cui compaiono i contributi dei principali protagonisti della satira italiana (tra gli altri Moni Ovadia, Staino, Vinicio Capossela, Marco Carena, David Riondino, Fabrizio Casalino, Vincenzo Costantino, Collettivo Democomica 32, Alessandra Faiella, Mauro Fratini, Filippo Giardina, Paolo Hendel e Marco Vicari, Luca Klobas, Velia Lalli, Massimiliano Loizzi, Amadeus, Paolo Migone, Maurizio Milani, Flavio Oreglio, Max Pisu, Cochi Ponzoni, Spinoza.it). Il libro sarà presentato domenica 22 alle ore 18.30 nella sala Wolinski al Foro Boario nel corso di «Modena Buk Festival», festival della piccola e media editoria, diretto da Francesco Zarzana, con 100 case editrici, 60 incontri, reading, eventi teatrali.
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