Micol Arianna Beltramini

Un fumetto su Dolores O’Riordan. Come non averci pensato prima? In fondo, a guardare il catalogo delle graphic novel, nel mondo del fumetto i «musicarelli» abbondano, con divagazioni su Bowie, The Beatles, Hendrix o Dylan… ma il biopic dedicato da Edizioni BD alla cantautrice nativa di Ballybricken, Irlanda spicca anche solo per il suo status di produzione tutta al femminile. Spiega la sceneggiatrice Micol Arianna Beltramini, autrice del volume con l’artista Francesca Ciriegia: «È la storia degli anni 90, della band che abbiamo amato con tutti noi stessi». Ma senza dimenticare il privato febbrile e doloroso della vocalist scomparsa nel 2018 per un suicidio accidentale. «Nel caso di Dolores», continua la sceneggiatrice cagliaritana classe 1978, «il finale è uno strappo così lacerante che non vedo come potrebbe non essere straziante ascoltarla».

LA PLAYLIST personale di Beltramini è un felice guazzabuglio di anthem come Zombie, ballate radio-friendly sul genere di Ode To My Family e chicche per appassionati duri e puri, vedi The Rebels. Una discografia che però è tutta attorcigliata al fil rouge rappresentato dal privato della cantante. «Le canzoni di Dolores parlano quasi tutte di un amore che non ha mai potuto essere, un amore legato alla ricerca di un conforto che non ha mai potuto avere, perché nessuna persona avrebbe potuto darglielo». L’ombra della violenza subita da O’Riordan negli anni della preadolescenza, i problemi alimentari, la depressione che l’ha perseguitata per buona parte dei suoi 47 anni di vita sarebbero stati un’ottima scusa per puntare matite e chine allo stomaco del lettore. Invece, nell’interpretazione delle autrici le tematiche più difficili vivono di atmosfere sommesse, che sublimano il dolore in metafore visive tutte in levare. È il caso, ad esempio, del ragazzo con la felpa che appare qua e là tra le pagine del libro. «Traumi come quello che ha subito Dolores sono radicati così nel profondo che solo un aiuto continuo e disinteressato può permettere di superarli…Proviamo a metterla così: il ragazzo con la felpa nasce dal desiderio di una ragazzina che voleva sopra ogni cosa qualcuno che la tenesse stretta e non la lasciasse mai sola». Il volume segna la nuova collaborazione tra Beltramini e Francesca Ciriegia, artista di origini toscane con esperienze tra scena indie e mainstream. «Ci conoscevamo già, avevamo lavorato insieme a una storia breve su Valentina e Bob Dylan, evidentemente la musica ci ha fatto e ci fa risuonare. Non avevo pensato subito a lei ma poi ho visto che stava facendo degli esperimenti sul colore e mi è venuta voglia di farle sperimentare anche altro, portandola fuori dalla comfort zone dei suoi neri potenti, materici». E dato che come tutti gli sceneggiatori Beltramini è una disegnatrice mancata, anche nel caso di questa nuova fatica ha fatto ricorso al collaudato metodo dei thumbnails, gli schizzi che alcuni autori usano per impostare densità del testo e composizione della tavola.

«STESSO approccio, storyboard disegnati e addirittura colorati, sto decisamente peggiorando. Però ho sicuramente fatto altre scelte rispetto alle collaborazioni precedenti. Ogni storia è a sé e la sceneggiatura andrebbe sempre pensata in rapporto al disegnatore. Francesca è molto potente, bisogna regalarle delle pagine non troppo definite in cui sia libera di mettersi alla prova, di colpire sotto la cintura. Però non le ho risparmiato una certa quota di vignette più dialogate, ritmate. Credo (spero) che si sia divertita a fare anche quelle».

Micol Arianna Beltramini
Questo è il mio fumetto più subliminale, bisogna prestare attenzione a cosa accade dietro ai ‘baloon’ per capire veramente quello che sta succedendoDi suo, l’illustratrice ci ha messo una suggestiva alternanza di approcci creativi, tecniche, bianco e nero e colore: «Ho lasciato Francesca libera di scegliere in quale stile raccontare la parte più consistente della storia. Doveva essere quella in cui si trovava più a suo agio, altrimenti ci avremmo messo davvero troppo tempo. Però anche il bianco e nero non è così rigoroso, c’è tanta matita, tanto grigio a carboncino. Francesca lo chiama un libro chimera, l’ho quasi sempre lasciata libera di seguire il suo istinto, la sola indicazione che le ho dato è che volevo usare il colore in modo subliminale: nella prima parte per riportarti dentro gli anni 90, nella seconda per raccontare Dolores, quello che nessuno poteva vedere di lei».

DIFFICILE entrare nella mente e nell’anima di un’artista complessa come O’Riordan. Per uscire dall’impasse, Beltramini ci ha messo un po’ di testa e un po’ di pancia. «L’ho vista in concerto al forum di Assago e per come si muoveva ricordo di aver pensato che era proprio una paperina, testuali parole». Come recita la postafazione del volume, le informazioni su Dolores e sulla band vengono dal sito www.cranberriesworld.com, vera miniera di informazioni sulle imprese su e giù dal palco della frontgirl irlandese e dei suoi sodali.

La redazione consiglia:
Dolores O’Riordan, addio alla voce dei CranberriesMa nel romanzo grafico, i principali capitoli dell’avventura umana della O’Riordan – la sua infanzia in una famiglia numerosa e il suo precoce talento per il canto, il trauma del trasloco forzato dalla casa natia ai quartieri popolari di Limerick, l’adolescenza ribelle, la fondazione del gruppo, il successo inatteso e il matrimonio con Don Burton, tour manager dei Duran Duran – prendono la forma inedita e accattivante di tableaux vivants onirici dai testi asciutti e rarefatti. «Credo che tra tutti questo sia il mio fumetto più subliminale», precisa l’autrice, «quello in cui se non presti molta attenzione a cosa avviene dietro i balloon e le didascalie è impossibile che tu capisca cosa sta succedendo davvero». Molte le invenzioni visive, come l’abbraccio con la prima figlia della cantante, ricreato al rovescio per sottolineare il suo status di punto di svolta nella vita della protagonista, o la sequenza finale del libro, una sintesi pazzesca tra Klimt, Odilon Redon e Ferenc Pinter per accompagnare Dolores ormai scomparsa oltre i confini della sua esistenza e verso la sua definitiva consacrazione a icona. Scrive nella prefazione del volume Andrea Rock, conduttore radiofonico e fan storico della cantante irlandese prima di un nuovo viaggio verso l’Isola di smeraldo: «La valigia è pronta. Non mi resta che augurarvi buon viaggio tra le pagine di questa bellissima graphic novel, sulle note di colei che ha scelto di vivere come ha voluto, piuttosto che non vivere affatto».