Navi Mistral alla Russia: consegna sospesa
Crisi Nato-Ucraina Alla vigilia del vertice Nato, Hollande costretto a sospendere (fino a novembre) la consegna della prima portaelicotteri ordinata da Mosca. Putin minaccia: soldi indietro (1,2 miliardi) più la multa per aver rotto il contratto (20% del prezzo). Mille posti di lavoro in ballo nel cantiere di Saint-Nazaire
Crisi Nato-Ucraina Alla vigilia del vertice Nato, Hollande costretto a sospendere (fino a novembre) la consegna della prima portaelicotteri ordinata da Mosca. Putin minaccia: soldi indietro (1,2 miliardi) più la multa per aver rotto il contratto (20% del prezzo). Mille posti di lavoro in ballo nel cantiere di Saint-Nazaire
Hollande si è dovuto arrendere all’evidenza e ha ceduto, alla vigilia del vertice Nato in Galles. “Oggi non ci sono le condizioni” per consegnare la portaelicotteri Mistral alla Russia. La vendita è sospesa fino a novembre. Il contratto con Mosca era stato firmato sotto la presidenza Sarkzoy nel 2011. Prevede la consegna di una prima nave, la Vladivostok, questo ottobre e di una seconda, la Sébastopol, nell’ottobre 2015. La Vladivostok è stata varata nell’ottobre 2013 e lo scorso giugno sono arrivati dalla Russia 400 marinai per imparare ad utilizzare questa “meravigliosa nave” – come l’aveva definita Bernard Kouchner, ministro degli esteri ai tempi della firma del contratto – che, aveva affermato il comandante in capo dell’esercito russo ai tempi della crisi con la Georgia, “avrebbe permesso alla nostra flotta nel Mar Nero di compiere la sua missione in 40 minuti invece che in 26 ore”.
Il fronte occidentale non ha mai smesso di fare pressione sulla Francia da quando si è aggravata la crisi ucraina. L’Unione europea dovrà decidere a fine settimana se passare alla “fase 3” delle sanzioni contro Mosca. Hollande è stato costretto ad anticipare, in sostanza sospendendo per il momento la consegna, in attesa di vedere come evolvono le cose. Per la Francia, è un colpo economico, che potrebbe andare ben al di là delle navi Mistral. La Russia ha già pagato il Vladivostok, 1,2 miliardi di euro. Se la nave non verrà consegnata, Putin ha già fatto sapere che chiederà non solo i soldi indietro, ma anche le penalità per la rottura del contratto. La Francia ha paura che un’eventuale rottura si trasformi in un precedente sul mercato internazionale della armi, uno dei prodotti di esportazione del made in France: come reagiranno India, paesi del Golfo ed altri eventuali candidati all’acquisto degli aerei Rafale, se Parigi non rispetta un contratto per ragioni politiche? Per questo motivo, finora, Hollande era stato molto reticente e aveva cercato di temporeggiare sulle navi Mistral, anche quando le pressioni erano diventate più forti dopo l’abbattimento del volo della Malaysia Airlines nei cieli dell’Ucraina da parte dei separatisti pro-russi. Ma gli alleati sono partiti all’attacco. Per Obama, la vendita è “totalmente inappropriata”. Per David Cameron, che in cattiva fede poiché la City accoglie i soldi – anonimi – degli oligarchi russi, questa vendita è “impensabile”. Addirittura, la presidente della Lituania, Dalia Grybauskaité, aveva paragonato l’atteggiamento francese a quello delle potenze europee degli anni ’30 di fronte a Hitler.
La “fase 3” delle sanzioni riguarda le armi, oltre che l’accesso ai mercati finanziari, il settore dell’energia e delle tecnologie di punta. Per il momento questo passo non è stato ancora fatto – siamo alla fase “2 e mezzo” – ma già Putin ha deciso delle ritorsioni che stanno colpendo l’export europeo, in particolare nel settore alimentare. La Germania aveva già limitato le vendite di armi alla Russia, ma si tratta di un mercato limitato (38,2 milioni di euro). Per la Francia, oltre al rimborso di 1,2 miliardi, più la multa (che dovrebbe essere equivalente al 20% del prezzo) e le minacce su future esportazioni, c’è il problema dell’occupazione: alla costruzione delle due Mistral già ordinate (a cui avrebbe dovuto seguire l’acquisto di due altre navi dello stesso tipo) lavorano mille persone.
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