Inedita. Promettente. Innovativa. Unica. Eccellente. Chi si occupa di giornalismo scientifico, questi aggettivi riferiti a una nuova ricerca li incontra tutti i giorni. D’altra parte, in un mondo in cui le pubblicazioni scientifiche sono passate da meno di 300mila all’anno (all’inizio degli anni 80) fino a più di un milione e duecentomila nel 2017 – e parliamo solo dell’ambito biomedico – è inevitabile dover ricorrere all’autopromozione per farsi notare. E questo vale non solo per le reti sociali, ma anche per titoli e abstract (i brevi riassunti di presentazione che precedono l’articolo scientifico vero e proprio) delle stesse pubblicazioni. È...